“Fratelli d’Italia si scordi il Veneto. Mai cederemo la candidatura”. La ‘linea del Piave’ leghista si stringe in difesa della Regione di Luca Zaia nelle parole di un alto dirigente di via Bellerio. Non sembra, pero’, che il partito di Matteo Salvini abbia intenzione di fare le barricate sull’emendamento in cui si chiede di estendere ai governatori l’abolizione del limite a due mandati, che consentirebbe al governatore veneto di candidarsi nel 2025. E la proposta potrebbe essere ritirata prima di giovedi’, quando in commissione Affari costituzionali del Senato si inizieranno a votare gli emendamenti al decreto Elezioni.
Salvini non vuole cedere il Veneto a Giorgia Meloni
La posizione leghista emerge nel giorno in cui e’ netto il muro di Fratelli d’Italia, con due ‘big’ come i ministri Luca Ciriani e Francesco Lollobrigida che non risparmiano fendenti ai leghisti. “Non pensavo si riaprisse questo capitolo”, gela il titolare delle Politiche agricole, in un’intervista in cui ricorda che “gli attacchi di Gianfranco Fini a Silvio Berlusconi sono costati” all’ex leader di An la “leadership della destra italiana”. E’ poi il turno dell’ex capogruppo di FdI al Senato, il quale chiarisce che la questione del terzo mandato ai governatori allo stato proprio “non si pone” ed e’ sbagliato lo strumento dell’emendamento. “Senza peccare di immodestia, noi di FdI possiamo giocare tutte le partite. Zaia e’ stato un ottimo governatore del Veneto. Un’alternanza potrebbe essere possibile perche’ nessuno e’ eterno, nemmeno Zaia”, aggiunge, tranchant, Ciriani. Da via della Scrofa un big fa poi notare che e’ la Lega, presentando l’emendamento, a non aver rispettato i patti. L’accordo stretto in maggioranza – sottolinea – era sull’approvazione dell’abolizione del limite ai mandati per i sindaci dei piccoli Comuni. In cambio di questa apertura degli alleati, la Lega si era impegnata a non riproporre la questione per i sindaci della citta’ con oltre 15mila abitanti e per i presidenti di Regione.