Superbonus, chi ancora con il 110%, la cessione dei crediti d’imposta e lo sconto in fattura? L’agevolazione è ancora ampia per i lavori di efficientamento energetico e di ristrutturazione effettuati nelle case popolari. I condomini di proprietà prevalente degli Istituti autonomi delle case popolari (Iacp) godono, infatti, di eccezioni rispetto a quanto stabilisce il decreto legge numero 11 del 17 febbraio 2023 che, di fatto, ha bloccato il ricorso alle due opzioni di fruizione del bonus (cessione dei crediti e sconto in fattura), a prescindere dalla percentuale di agevolazione applicata (110% o 90% del 2023).

A certificare le regole da applicare al maggiore dei bonus edilizi è stata Lucia Albano, sottosegretaria al ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef).

Superbonus, ecco chi ancora con il 110%, cessione crediti e sconto in fattura

Superbonus pieno per le case popolari con applicazione delle percentuali di agevolazione del 110% (o del 90% a seconda dei casi), cessione dei crediti d’imposta e sconto in fattura. I lavori effettuati sui condomini degli Istituti autonomi delle case popolari (Iacp), infatti, beneficiano di regole differenti da applicare ai bonus edilizi che consentono di prorogare il regime in vigore, fino a un anno fa, anche per i condomini, le villette e le unità indipendenti.

I blocchi del decreto 11 del 17 febbraio 2023 sulla cessione dei crediti d’imposta e dello sconto in fattura non riguardano, dunque, le case popolari, a prescindere dalla percentuale di bonus applicato. Secondo quanto dispone la normativa, gli interventi di efficientamento energetico effettuati su queste tipologie di immobili accedono al maxi bonus del 110% per le spese sostenute nello scorso anno a condizione che, entro il 30 giugno 2023, i committenti e le imprese abbiano raggiunto il 60 per cento dello stato di avanzamento dei lavori (Sal).

Superbonus chi ancora col bonus 110% e fino a quando

In caso di avanzamento dei lavori per una percentuale inferiore al 30 giugno scorso, le spese sostenute dal 1° gennaio al 30 giugno 2023 sono agevolate non più al 110%, ma al 90%, ovvero alla percentuale ridotta prevista per lo scorso anno anche per i condomini e le villette privi di determinati requisiti.

Ma anche l’abbassamento della percentuale al 90% sui lavori effettuati sui condomini delle case popolari non determina la perdita della possibilità di cedere i crediti d’imposta maturati sulle spese o applicare lo sconto in fattura. Entrambe le opzioni, dunque, rimangono tra le possibilità di utilizzo del superbonus a disposizione dei committenti dei lavori, oltre alla detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi.

Bonus edilizi, i requisiti per prendere gli sconti più alti

Ulteriore chiarimento fornito dal ministero dell’Economia e delle Finanze in merito ai lavori in superbonus effettuati sulle case popolari riguarda l’agevolazione delle spese sostenute a partire dal 1° luglio 2023 se al 30 giugno 2023 non sia stato raggiunto il 60 per cento di completamento dell’intervento complessivo.

In questa ipotesi, non si può scontare le spese decorrenti da luglio scorso con il superbonus che, quindi, di fatto viene perso. Sul mantenimento del superbonus, nonché sulla possibilità di continuare a utilizzare la cessione dei crediti e lo sconto in fattura, risulta decisivo quindi il grado di completamento degli interventi raggiunto a metà dello scorso anno.

Superbonus, 107 miliardi di bonus a gennaio 2024

Proprio nella giornata di ieri, 14 febbraio, sono arrivati i dati dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) circa la spesa complessiva ammessa al superbonus a partire dalla sua istituzione, ovvero dal 2020. La spesa complessiva del superbonus ha raggiunto i 107,3 miliardi di euro a fine gennaio 2024.

Il numero totale degli interventi con l’ex bonus 110% è di 471.788, dei quali 241.409 lavori (il 51,2% del totale) su edifici unifamiliari, 116.433 interventi (il 24,7% del totale) su unità indipendenti, numero di poco più alto del superbonus nei condomini che interessa 113.928 immobili (il 24,1 per cento del totale). Otto sono stati i lavori agevolati nei castelli.