Giorgia Meloni ha intenzione di proporre un modello “Caivano” al Nord Africa, anche per far fronte all’incremento dei flussi migratori. La Premier ha dichiarato di voler tenere alta la soglia dell’attenzione, guardando soprattutto a Tunisia e Libia ma non solo.

Meloni: “Necessario un modello Caivano per il Nord Africa”

Meloni ha parlato di questa strategia nel corso della sua informativa sui flussi migratori in Consiglio dei Ministri. Per la Premier, il Nord Africa rappresenta un’opportunità di sviluppo ma per attuare il piano è necessario lo sforzo di tutto il governo e non solo:

“Quello che immagino è un modello “Caivano” da proporre per il Nord Africa, in particolare per Tunisia e Libia pur essendo ben consapevoli delle differenze tra Tripolitania e Cirenaica. Dobbiamo sforzarci di far sentire a entrambe le Nazioni la nostra vicinanza e il nostro reale spirito di solidarietà. Andiamo in Libia e Tunisia, sviluppiamo progetti e controlliamone l’esecuzione”.

Meloni: “Sbarchi in calo rispetto allo stesso periodo del 2023”

Il Presidente del Consiglio ha poi proseguito, affermando come negli ultimi mesi gli sbarchi siano diminuiti del 41% rispetto allo stesso periodo del 2023:

“Dobbiamo per trovare un metodo di lavoro condiviso che ci permetta di contrastare insieme gli sbarchi sulle nostre coste. Dobbiamo cooperare per colpire la rete dei trafficanti e aiutare le economie più fragili per rimuovere le cause che spingono a migrare. Crediamo in questo metodo e ci sentiamo confortati da piccoli segnali di speranza”.

Meloni: “La principale preoccupazione adesso è la Tripolitania”

Infine, la Meloni ha attirato l’attenzione anche sulla Tripolitania e sul Sudan. Soltanto qualche giorno fa un drammatico naufragio a largo delle coste tunisine ha causato la morte di 13 sudanesi:

“Se cinque mesi fa la nostra prima preoccupazione erano gli arrivi dalla Tunisia, oggi pensiamo alla costa della Tripolitania che sta facendo registrare un incremento di partenze. Fra le nuove fonti di pressione vi sono anche gli arrivi dal Sudan. I profughi sudanesi arrivano in Libia e da lì vengono da noi”.