Nel fascicolo aperto dai carabinieri e finito sul tavolo del gip di Napoli, Antonio Santoro, le inchieste sulla bomba a Caivano, i manifesti funebri per un comandante dei vigili urbani, ma anche estorsioni, aggressioni e attività illecite. Questo e molto altro ha fatto scattare le manette per 13 affiliati della Camorra.

Napoli, arrestati affiliati della Camorra

Non sono rimasti impuniti i reati, che oggi, 15 febbraio, hanno portato all’arresto di 13 affiliati della Camorra. Nel fascicolo d’inchiesta le indagini sulla bomba piazzata davanti alla chiesa di San Paolo Apostolo, volta a colpire don Maurizio Patriciello, colpevole, secondo il clan mafioso, di richiamare il suo gregge alla legalità.

Giustizia anche per i manifesti funebri per il comandante dei vigili urbani, Biagio Chiariello, che aveva avviato una capillare verifica sugli appartamenti di edilizia popolare occupati abusivamente. Numerose, inoltre, le estorsioni, soprattutto quelle redditizie su appalti pubblici, aggressioni e omicidi, frutto di scontri con altri gruppi criminali.

Il dossier incriminate ha permesso al gip, Antonio Santoro, di emettere 13 misure cautelari. Di queste, 11 in carcere o domiciliari e 2 divieti di dimora in Campania. Al centro, però, dell’operazione il boss detenuto Francesco Pezzella. Secondo i collaboratori di giustizia, dalla sua cella continua a dirigere i suoi affari in diversi comuni, come Cardito, Carditello, Frattaminore, Frattamaggiore, Caivano e zone limitrofe.

Francesco Pezzella impedisce ai suoi collaboratori di pronunciare il suo nome nelle conversazioni e dando ordine di indicarlo con il gesto della mano sotto il mento. Dalle indagini delle forze dell’ordine, l’uomo ha anche commissionato la realizzazione di uno scantinato a prova di intercettazioni, foderato di alluminio.

Chi è Francesco Pezzella?

Il boss mafioso ha assunto un ruolo di primo piano nella malavita napoletana e nello spaccio di droga di Caivano, la più grande d’Europa, scavalcando persino le piazze di Napoli, Scampia e la 219 di Qualiano.

Gli inquirenti hanno appreso diverse informazioni, grazie alla testimonianza di Pasquale Cristiano, pentito del clan camorrista. L’uomo avrebbe raccontato ai pm che Pezzella, insieme al suo braccio destro Pasquale Landolfo, avrebbe dato ordine di rifornirsi di droga solamente dai Ciccarelli-Pezzella. Conferma avuta dalle intercettazioni ambientali che registrarono Giovanni Ciccarelli minacciare un pusher:

Io ti dico solo una cosa, qui ci siamo noi e da noi devi prenderti la roba, tutte le decisioni sono state partorite da noi

Mentre, in un’altra registrazione si sente Landolfo dire:

Tu vuoi morire allora? Vuoi morire con loro? Stanno facendo guai e tu ci tieni alla tua vita

I commercianti di Caivano, Frattamaggiore e Frattaminore avevano l’obbligo di pagare il “pizzo”: chi non riusciva a pagare o non voleva veniva minacciato. Come è accaduto al meccanico Pasquale Battista, che non era riuscito a racimolare la somma richiesta e quindi era stato “avvicinato” dai malavitosi:

Quando ti metti a posto con i conti. Digli al tuo mastro che deve venire a mettersi a posto