Il passato 19 gennaio sul Launchpool di Binance è iniziato il lancio di AltLayer. Si tratta di una soluzione che si dedica essenzialmente alla scalabilità per Web3, in linea con quanto avviene con i cosiddetti layer2, blockchain le quali vanno a sovrapporsi ai layer1, ad esempio Ethereum, in modo da aiutarli nel processo di calcolo e impedirne la congestione.

Il vantaggio di queste soluzioni è da ravvisare nel fatto che se parte dei calcoli collegati agli smart contract sono di loro pertinenza, l’approvazione spetta invece alla piattaforma principale. Saranno proprio i suoi validatori e nodi a garantire la sicurezza di tutto il sistema.

AltLayer: cos’è e cosa si propone

AltLayer è un protocollo aperto e decentralizzato espressamente rivolto ai rollup. In particolare, alla base del progetto c’è il concetto di rollup restaked, consistente nel fornire livelli più robusti di sicurezza, interoperabilità e decentralizzazione a quelli già esistenti all’interno di Arbitrum, Optimism, Polygon e altre blockchain.

A garantire il risultato finale è il mix creato dalla facilità di creazione degli stack di rollup con la potenza del meccanismo di restaking tipica di EigenLayer.

I rollup restaked sono all’atto pratico la combinazione di tre Actively Validated Services (AVS), i quali sono oggetto di integrazione verticale previa richiesta per un determinato rollup il quale funziona con qualsiasi stack di rollup sottostante. Questi AVS, di concerto, sono in grado di assicurare tre servizi chiave per i rollup:

  • una verifica relativa alla correttezza del loro stato, assicurata da VITAL;
  • una finalità più rapida, resa possibile da MACH;
  • un sequenziamento decentralizzato, funzione assunta da SQUAD.

Quali sono gli elementi di originalità di AltLayer?

AltLayer si presenta forte di livelli tecnologici estremamente avanzati. Tra le maggiori innovazioni che caratterizzano il protocollo un posto di assoluto rilievo spetta al concetto di rollup effimeri. Grazie ad esso è infatti possibile distribuire temporaneamente rollup su misura per le applicazioni, i quali possono essere impostati con rapidità per poi essere ritirati, in modo da garantire l’ottimizzazione delle risorse.

I rollup effimeri si uniscono a quelli persistenti nell’offerta del launchpaud RaaS (Rollup-as-a-Service) di AltLayer, in modo da andare incontro alle svariate esigenze che possono presentarsi di volta in volta. La sua utilizzazione è possibile non solo agli sviluppatori, ma anche a coloro che non hanno alcuna esperienza di codifica. Chiunque è in grado di avviare un rollup personalizzato nell’arco di un paio di minuti, tramite una procedura semplificata al massimo.

Il concetto alla sua base trae le sue mosse dai prodotti Software-as-a-Service, con l’utente il quale non necessita di provvedere al mantenimento di parte dell’offerta di servizi. Il vantaggio concreto è da ravvisare nel fatto che lo sviluppatore non deve provvedere ai complicati processi gestionali relativi ad hardware e software. Gli viene infatti fornito un SDK (Software Development Kit) o una dashboard, grazie ai quali sarà in grado di lanciare i rollup per la sua dApp e senza dover creare codice.

Prospettive per il futuro

Il passato 25 gennaio ha visto il lancio di ALT, il token nativo del protocollo. Un lancio accompagnato da un airdrop per gli utenti che hanno già avuto modo di interagire con l’ecosistema AltLayer. In precedenza, nel corso del 2022, la startup aveva raccolto circa 7,2 milioni di finanziamento, in un round guidato da Jump Crypto e Polychain Capital.

A supportare il progetto ci sono anche alcuni investitori privati. Tra di essi spiccano Gavin Wood, cofondatore di Ethereum, l’ex CTO di Coinbase Balaji Srinivasan, Ryan Selkis, fondatore di Messari, Sean Neville, noto per aver partecipato alla fondazione di Circle, e i due co-fondatori di Synthetix Kain Warwick e Jordan Momtazi.

Come si può notare, quindi, una vera e propria parata di personaggi molto noti in ambito blockchain. Proprio il loro sostegno sembra testimoniare con tutta evidenza la reputazione di cui gode AltLayer. Derivante proprio dall’ambizioso compito che si propone, dare vita ad un ecosistema blockchain tale da escludere lo sviluppo di applicazioni decentralizzate prive di connessione tra di loro. Un ecosistema in cui la parola d’origine è quella della comunicazione, resa sicura dalle caratteristiche di Ethereum.