Trentaquattro anni, di origini palermitane, Giovanni Sala, detto “Gianni”, viveva in strada a Milano tra la stazione di Luino e il boschetto della droga di Rogoredo, a pochi passi da dove lo scorso 20 agosto è morto dopo essere stato braccato da due vigilantes: ecco chi era e di cosa sono accusati i due uomini che lo fermarono davanti alla sede di Sky Italia, ripresi in un video diffuso dalla trasmissione televisiva Chi l’ha visto? ieri, 14 febbraio.
Chi era Gianni Sala e come è morto? In un video diffuso da “Chi l’ha visto” gli ultimi minuti di vita del 34enne
Quando è morto, Giovanni Sala, per tutti “Gianni”, aveva 34 anni e da un po’ di tempo viveva in strada, facendo la spola tra la stazione di Luino e il boschetto della droga a pochi passi dall’omonima stazione di Rogoredo, noto per essere uno dei principali luoghi di spaccio di tutta Italia.
Era nato e cresciuto a Palermo, ma risiedeva nel Varesotto e non aveva mai dato problemi a nessuno. Stando ai risultati dell’autopsia effettuata sul suo corpo, avrebbe accusato un “arresto cardiocircolatorio” dopo essere stato bloccato sul marciapiede da due vigilantes mentre tentava di accedere alla sede di Sky Italia.
Sul suo corpo non erano presenti fratture riconducibili a uno schiacciamento, ma c’erano diversi lividi che facevano pensare che fosse caduto in maniera piuttosto violenta e tracce di cocaina e cannabinoidi. I fatti risalgono alla notte tra il 19 e il 20 agosto dello scorso anno e sono stati catturati in un video diffuso ieri, 14 febbraio, da Chi l’ha visto?.
Nel filmato, della durata di pochi secondi, si vede Sala attraversare la strada e avvicinarsi a torso nudo all’ingresso della sede Sky, con le due guardie giurate, di 46 e 64 anni, che gli vanno incontro e lo braccano con violenza, mettendogli un ginocchio sulla schiena dopo averlo scaraventato sul marciapiede e avergli intimato qualcosa.
Qualche minuto dopo, secondo le ricostruzioni, il 34enne avrebbe smesso di respirare e i due avrebbero provato a percuoterlo, avvisando anche i soccorsi attraverso una radiotrasmittente. Sono accusati di omicidio colposo.
Le dichiarazioni del padre di Gianni Sala
“Aveva bisogno di aiuto e non gli è stato dato”, ha dichiarato il padre di Sala ai microfoni della trasmissione televisiva condotta da Federica Sciarelli riferendosi ai passanti che avrebbero potuto soccorrerlo. Insieme al figlio Danilo e all’avvocato che li assiste, Giuseppe Geraci, l’uomo sta portando avanti una battaglia “per far emergere la verità” sull’accaduto.
“Siamo certi che sia stato ucciso in modo cruento”, aveva detto il legale a La Repubblica, spiegando che, a differenza di quanto emerso in un primo momento, il 34enne si era avvicinato alle due guardie con fare agitato, ma non minaccioso. Avrebbero dovuto farlo calmare e sedere, invece, stando alle immagini, sarebbero passati subito alle mani.
Resta da capire cosa gli abbiano detto. E cosa Gianni abbia detto loro. Chiunque sappia qualcosa è pregato di farsi avanti, è l’appello lanciato da Chi l’ha visto? ai telespettatori. Tra loro potrebbe esserci, infatti, qualche testimone della brutale aggressione.
In cosa consiste il reato di omicidio colposo
Il reato di cui i due vigilantes sono accusati, l’omicidio colposo, si differenza dall’omicidio doloso per l’intenzionalità. Nel primo caso la morte di un individuo non è voluta dall’autore del reato e viene provocata dalla violazione di una o più regolare cautelari, ossia l’insieme delle leggi scritte e non scritte che regolano la vita di ogni individuo.