“L’emendamento 4.0.7 presentato dai senatori di FdI Lisei, Della Porta, De Priamo e Spinelli alla Legge di conversione del Dl sull’Election Day, per modificare i criteri di esenzione dalla raccolta firme per le imminenti elezioni europee, è degna dell’Ungheria dell’amico (loro) Orban, non di uno Stato democratico e libero”. Questo il durissimo commento del Segretario di Alternativa Popolare Stefano Bandecchi, che spiega meglio: “stanno approvando, nel silenzio assoluto, un emendamento che, di fatto, a meno di 60 giorni dalla scadenza, ci obbligherebbe a raccogliere 150.000 firme per presentare le nostre liste per le elezioni europee di giugno, dimezzando così anche il normale termine di 180 giorni solitamente a disposizione per completare la raccolta.
Una norma contra personam, contro Stefano Bandecchi e Alternativa Popolare
“Fino a oggi” prosegue il leader di AP, “come forza appartenente al PPE eravamo esentati da tale raccolta firme, come previsto dalla Legge. Da domani, se approveranno questo emendamento porcata, non avremo più questo diritto. Non abbiamo certamente paura di questa sfida, però questo nega un diritto acquisito e, quindi, ci riserviamo di avviare tutte le azioni necessarie per evidenziare una gravissima lesione di diritti riconosciuti sia in Costituzione che nel Diritto Comunitario.
È una norma antidemocratica, di compressione del diritto di rappresentanza, di eliminazione per via legislativa – anzi, emendativa – di un soggetto e di una componente politica. Le regole non si cambiano il giorno prima della gara, farlo è non solo scorretto, ma costituirebbe anche un gravissimo precedente.
Chi ha presentato questo emendamento è forse ancora nostalgico di quei venti anni in cui una sola persona decideva se e chi avesse diritto di manifestare la propria idea politica e potere partecipare alle elezioni. Credevamo che quei tempi fossero finiti, ma li stiamo ritrovando, incredibilmente, all’interno di atti parlamentari.
Invito con forza il Presidente Meloni e l’intero Parlamento a bocciare questo fine e perverso tentativo per eliminare me e il mio partito dalle elezioni europee, dimostrando agli italiani e agli osservatori internazionali che la nostra è e resta una Repubblica democratica e libera e che si è trattato solo di un maldestro errore di singoli parlamentari” conclude Bandecchi, “o faremo sentire la nostra voce ovunque, a tutti i livelli ed in tutte le sedi, in modo forte e chiaro: non consentirò che una comunità politica sia spazzata via per decreto”.