Si è svolta questa sera, 14 febbraio, la fiaccolata per chiedere la liberazione di Ilaria Salis, l’insegnante di Monza arrestata in Ungheria a febbraio 2023. Presenti anche alcuni esponenti dell’opposizione e l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia).

Caso Salis, ANPI e opposizioni alla fiaccolata per la liberazione di Ilaria

Siamo preoccupati per le condizioni di salute e fisiche di Ilaria. Chiediamo che torni in Italia. Daltronde, la legislazione europea prevede che possa scontare qui i domiciliari. Chiediamo che il governo si attivi seriamente

Questo è quanto chiedono i presenti alla fiaccolata, che si è svolta questa sera, 14 febbraio, a Largo Argentina a Roma. La marcia, dedicata alla liberazione di Ilaria Salis, ha visto la presenza di diversi esponenti dell’opposizione, fra i quali la Pd Elly Schlein, i deputati di Avs Angelo Bonelli, del Pd Andrea Orlando, del M5s Riccardo Ricciardi. Presente anche il presidente dell’ANPI, Gianfranco Pagliarulo.

La preoccupazione dell’opposizione è che il governo possa mettere in atto meccanismi ideologico-culturale, che potrebbero rallentare o bloccare la liberazione della 39enne monzese.

Polemiche, soprattutto, sul ministro degli Esteri, Antonio Tajani, criticato per aver trattato il caso Salis con superficialità e per non aver, invece, agito subito per estradare la ragazza in Italia. In particolare, l’opposizione contesta l’insensibilità con cui è stato trattato la questione.

Il fatto che Nordio abbia “dato la colpa” alla famiglia per il ritardo sulla questione è incommentabile. Francamente scaricare addosso alla famiglia un vuoto che è stato prodotto da un’assenza di iniziativa politica del nostro governo, è qualificante per chi lo fa. Ci troviamo difronte a un evidente ritardo e, dopo la discussione parlamentare, il governo è stato costretto a muoversi. Questo a dimostrazione del fatto che per un anno non è stato fatto niente

Queste le parole di Andrea Orlando (Pd), ai giornalisti di TAG24, sui presunti ritardi e toppe messe dal governo durante l’anno di prigionia di Ilaria Salis, la cittadina italiana detenuta da oltre un anno in Ungheria con l’accusa di aver aggredito dei militanti neonazisti.