Si sono riuniti davanti Palazzo Chigi, oggi 14 febbraio, alcuni esponenti del movimento ambientalista Extinction Rebellion. I ragazzi armati di chitarre hanno cantato una serenata al governo riguardo la crisi climatica e ambientale.
Roma, Extinction Rebellion fa una serenata al governo: “La natura si ribella”
Una protesta molto particolare quella di oggi, 14 febbraio, organizzata dai ragazzi di Extinction Rebellion. Infatti, i membri hanno imbracciato le chitarre e fatto sentire la propria voce al governo, facendo una serenata davanti Palazzo Chigi.
Secondo il movimento ambientalista è necessario mettere in atto nuove strategie per contrastare le crisi climatiche e ambientali e, così, scongiurare i danni alla natura. Oltre alla serenata, sono i giovani hanno anche distribuito volantini.
Sui volantini si legge il chiaro manifesto del movimento e si invita la cittadinanza a conoscere Extinction Rebellion in un incontro, che si terrà la prossima domenica, 18 febbraio. Tre le richieste dei manifestanti, che accompagnano ogni loro azione di protesta:
- Agire ora con leggi a tutela dell’ambiente
- Dire la verità su quanto sia grave la situazione e attribuire la giusta responsabilità alle aziende
- La necessità di introdurre strumenti adeguati per rappresentare davvero e democraticamente la popolazione
Il testo, sulle note di “L’anno che verrà” di Lucio Dalla, durante la serenata al governo si intitola “La natura si ribella con rabbia e amore“, proprio a sottolineare l’urgenza di azioni concrete e la responsabilità collettiva davanti ai disastri naturali causati dallo sfruttamento e dall’inquinamento ambientale.
Questo non è il primo gesto plateale del movimento ambientalista. Infatti, a dicembre, gli attivisti avevano colorato di verde le acque della laguna di Venezia. Allora, per cinque di loro è scattato un foglio di via obbligatorio e per altre tre il DASPO urbano di 48 ore.
Anche Salvini aveva detto la sua, criticando aspramente il movimento e i suoi membri e definendoli “imbecilli“. Secondo il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, per gli attivisti devono esserci pene più severe: multe salate e carcere.