Dopo un lungo girovagare Luciano Favero arriva alla Juventus che lo sceglie per sostituire Claudio Gentile. Il compito è arduo, ma lui lo fa entrando in punta di piedi, ma con grande determinazione. In bianconero si consacra e convince. Quelli che vanno dal 1984 al 1989 sono gli anni più importanti della sua carriera. In cinque stagioni con la Vecchia Signora vince uno scudetto, una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale e una Supercoppa UEFA. Per commentare la situazione della Juventus e la posizione di Allegri, Favero è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Juventus, Allegri in bilico: Favero a Tag24
La delusione per la sconfitta arrivata contro l’Udinese è tantissima. È vero che la Juventus non è partita con l’obiettivo di vincere lo scudetto, ma è altrettanto vero che fino a questo punto della stagione la formazione di Allegri era stata l’unica credibile come antagonista dell’Inter per il titolo. Poi il passo falso fatto con l’Empoli e la sconfitta contro la squadra di Cioffi hanno ridimensionato notevolmente le ambizioni del club bianconero. E ora che le cose sembrano non andare per il verso giusto, il primo a finire sul banco degli imputati è ancora una volta mister Allegri. Il tecnico, dal suo ritorno a Torino, non ha mai convinto a pieno i tifosi juventini che ora si dividono sul presente e sul futuro dell’allenatore. Per commentare la situazione della Juventus e la posizione di Allegri, Favero, che con la Vecchia Signora per 5 stagioni, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Ripartiamo dall’ultima giornata di campionato e dalla delusione dopo la sconfitta contro l’Udinese. Che spiegazione ti sei dato per questo crollo?
“Sinceramente non me lo aspettavo neanche io, ma questo ci dimostra che in Serie A non esistono partite semplici e partite difficili. Anche quando si affrontano squadre sulla carta più deboli si può perdere e la Juventus lo sa bene. Purtroppo bisogna sempre metterci il massimo dell’impegno, altrimenti si rischia di fare queste figure”.
Arrivati a questo punto e visto il vantaggio dell’Inter, la corsa scudetto si chiude qui?
“Penso che la Juventus non sia mai stata realmente in corsa per lo scudetto. Allegri lo ha ribadito tante volte in varie conferenze stampa, l’obiettivo di questa squadra è tornare in Champions League. Poi è chiaro che se la Juventus fosse rimasta attaccata all’Inter fino alla fine ci avrebbe pensato, ma i nerazzurri sono nettamente più forti e soprattutto è una rosa costruita per questo”.
Questa battuta d’arresto, che arriva dopo il pareggio con l’Empoli, mette ancora una volta Allegri sul banco degli imputati. È un allenatore su cui il popolo bianconero si divide. Tu gli daresti ancora fiducia?
“Assolutamente sì, secondo me è un allenatore di cui la Juventus deve continuare a fidarsi. È un tecnico importante, che conosce bene il calcio e che anche negli anni passati ha dimostrato tutto il suo valore. Non credo sia lui il problema di questa squadra, anche perché qualche momento di difficoltà, all’interno di una stagione intera, ci può anche stare. Esonerarlo non avrebbe alcun senso”.
Chiesa ha avuto tanti problemi in questa stagione e anche Vlahovic ora è fermo ai box. Quanto può dipendere dall’assenza di determinati singoli questa flessione?
“E’ chiaro che parliamo di due top player di questa squadra ed è normale che quando mancano loro si possa andare in difficoltà. Sono due calciatori molto forti, ma la Juventus ha anche giovani molto importanti e di prospettiva con cui andare a sopperire le loro assenze”.
Il Milan ora è solo a meno 1. La Juventus rischia di doversi guardare le spalle piuttosto che guardare avanti?
“Dal momento in cui non sei in lotta per lo scudetto, secondo o terzo posto cambia poco. La cosa importante è che la Juventus riesca a mantenere il vantaggio che ha accumulato sul quarto posto, così da non rischiare la Champions League. A guardare il campionato però, non penso ci siano problemi in questo senso”.
Questa è la base da cui partire per riprogrammare il futuro? La Juventus è una squadra che deve essere sempre in lotta per lo scudetto.
“Come dicevo prima mi sembra che ci siano tanti giovani di qualità, che hanno bisogna di giocare per affermarsi e per crescere. Penso che la base sia buona e che l’obiettivo sia quello di tornare competitivi davvero il prima possibile”.