Liliana Resinovich scomparve a Trieste il 14 dicembre del 2021. 22 giorni più tardi fu trovata morta nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico San Giovanni, a pochi passi da dove era stata avvistata per l’ultima volta. Il suo nome compare spesso, nel fascicolo d’inchiesta aperto per suicidio e poi per omicidio, affianco a quello del marito Sebastiano Visintin: ecco chi è, quanti anni ha e che lavoro faceva.
Chi è il marito di Liliana Resinovich, Sebastiano Visintin
Sebastiano Visintin ha 73 anni. Ex fotografo in pensione, è appassionato di mountain bike, ma anche di coltelli: in un magazzino arrota le lame per diversi clienti. Prima di sposare Liliana Resinovich, con cui viveva in un’abitazione di via Verrocchio, nel rione San Giovanni di Trieste, ha divorziato dalla precedente moglie, con cui ha avuto due figli.
La femmina è morta all’età di 29 anni nel 2010. Con il maschio, di nome Piergiorgio, non avrebbe più rapporti da diverso tempo. Agli inquirenti ha sempre riferito che lui e Liliana erano felici. Un amico di lunga data della 63enne sostiene però di aver avuto con lei una relazione extraconiugale. Si tratta di Claudio Sterpin. Ha 84 anni ed è un ex maratoneta.
Stando alla sua versione dei fatti, Liliana avrebbe voluto divorziare dal marito (e in effetti online aveva cercato come farlo) e acquistare una casa in cui sarebbero andati a vivere insieme. Fin dall’inizio delle indagini che riguardano il suo decesso i due non hanno fatto altro che accusarsi a vicenda. Visintin sostiene che Sterpin si sia inventato tutto e che le sue parole non siano in alcun modo dimostrabili.
Per Sterpin “è Visintin il regista di tutto”. L’unica cosa su cui sembrano essere d’accordo è la causa della morte: entrambi, come gli altri familiari di Liliana (in particolare la nipote Veronica e il fratello Sergio), escludono che possa essersi tolta la vita come aveva invece ipotizzato la Procura, sparendo senza far avere sue notizie dopo aver lasciato entrambi i telefoni cellulari che possedeva in casa.
Le indagini sulla morte di Liliana Resinovich
Di recente, per volere del gip Luigi Dainotti, sul suo caso si è tornati ad indagare con l’ipotesi di reato di omicidio volontario. Si pensa che qualcuno possa aver fatto del male a Liliana dopo averla tenuta sequestrata in casa oppure che l’abbia uccisa subito dopo la sua scomparsa, tenendo il cadavere in un luogo freddo per poi abbandonarlo nel boschetto.
Quando è stato trovato non presentava, in effetti, segni di deterioramento che potessero far pensare a una morte avvenuta da lungo tempo. La data precisa non è mai stata accertata con chiarezza. Proprio come la causa, su cui dovrà fare luce la nuova autopsia che sarà effettuata sulla salma della 63enne, riesumata ieri su disposizione della Procura, dopo che la dottoressa Cristina Cattaneo – incaricata di effettuare nuovi accertamenti – l’aveva giudicata “opportuna”.
Potrebbe essere l’ultima occasione per rispondere ad almeno alcuni dei tanti interrogativi che ancora avvolgono quello che è stato rinominato dai giornali “il giallo di Trieste“. Questa sera, 14 febbraio, tornerà ad occuparsene la trasmissione televisiva Chi l’ha visto?, che avrà come ospite in studio proprio Visintin. È probabile che Federica Sciarelli decida di chiedergli spiegazioni sulle tante dichiarazioni contraddittorie che ha reso in questi mesi.
Dichiarazioni che non hanno fatto altro che aumentare i sospetti di coloro che già pensano che non sia totalmente estraneo ai fatti, come il fratello di Liliana, che insieme al legale che lo assiste, l’avvocato Nicodemo Gentile dell’Associazione Penelope, lo ha accusato pubblicamente ripetutamente.