Continuano le polemiche e i controlli sugli influencer e la pubblicità sui social – soprattutto dopo le vicende legate agli scandali che hanno riguardato Chiara Ferragni – e da un’indagine effettuata dall’Unione Europea è emerso che solo il 20% di loro dichiara correttamente i contenuti commerciali sponsorizzati e con cui hanno avviato collaborazioni.

Influencer, pubblicità sui social: solo il 20% segue il regolamento per i contenuti commerciali

Arrivano da Bruxelles i dati dell’indagine sulle pubblicità degli influencer proposte sui social: i contenuti sono stati analizzati dalla Commissione europea e dalle autorità nazionali per la tutela dei consumatori di 22 Stati membri, tra i quali l’Italia, la Norvegia e l’Islanda.

Secondo i primi riscontri è emerso che tra il 97% degli influencer che pubblicano contenuti commerciali solamente il 20% li ha dichiarati come tali, utilizzando le diciture previste dalla legge e dagli appositi regolamenti. Lo screening fatto dall’Ue ha analizzato circa 576 influencer attivi sulle principali piattaforme social, tra cui Instagram, Tiktok e Facebook.

La pubblicità sui social e gli influencer: i dati dell’indagine Ue

Dall’indagine portata avanti dall’Unione Europea sul corretto uso delle diciture commerciali riguardo le sponsorizzazioni e le pubblicità proposte dagli influencer sui socialnetwork, i dati emersi rivelano che in pochissimi rispettano le linee guida e le normative previste dalla legge in merito.

I numeri parlano chiaro e non lasciano spazio a dubbi in merito: il 78% degli influencer controllati dalla Commissione Ue e dall’Autorità Garante esercitava un’attività commerciale ma solo il 36% risultava registrato come commerciante a livello nazionale. Circa il 30% non ha dichiarato tutti i dettagli aziendali nei propri post pubblicati, come ad esempio l’indirizzo e-mail, il nome dell’azienda, il numero di registrazione.

Oltre il 38% degli influencers non ha usato le etichette della piattaforma previste per divulgare contenuti commerciali, come il commutatore “partnership a pagamento” su Instagram. In molti invece si sono avvalsi di formule diverse come “collaborazione” (16%), “ partnership” (15%) o un generico grazie al brand partner (11%).


Sono 358 gli influencer che, dopo i risultati della ricerca, saranno sottoposti ad ulteriori indagini. Le autorità nazionali contatteranno questi ultimi per chiedere loro di seguire il regolamento previsto dalla legge attuale. Se necessario, si potranno prevedere ulteriori misure coercitive, in conformità con le procedure nazionali.