L’esenzione Irpef agricola si sdoppia, con il doppio limite di reddito per ottenere lo sconto parziale o totale per il 2024.

Lo sconto sarà integrale per i redditi fino a 10.000 euro; mentre, tra i 10.000 euro e i 15.000 euro sarà parziale, con il dimezzamento dell’imposta dovuta. Si tratta dell’ultima novità in merito all’emendamento che sarà presentato durante la conversione in legge del Decreto Milleproroghe.

Si punta ad accogliere alcune delle richieste degli agricoltori avanzate durante le proteste dei trattori nei giorni scorsi.

Cos’è l’Irpef agricola

L’Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) deve essere pagata da chi percepisce un reddito sulla cifra lorda che riceve.

Come funziona l’Irpef agricola? In questo caso, l’imposta non viene pagata sul reddito, ma sulla rendita dei terreni. In sostanza non si paga l’Irpef sulle vendite degli ortaggi, ma sul valore della rendita del terreno che viene coltivato.

Ancora più precisamente, l’imposta viene pagata in base al valore catastale del terreno rivalutata periodicamente e parametrata in base ad un coefficiente. Per il 2024, i redditi che risultano dagli atti catastali dovrebbero essere rivalutati dell’80% e del 70%.

Dobbiamo anche fare un’ulteriore differenziazione tra:

  • Redditi dominicali, ovvero quelli legati ai proprietari del terreno;
  • Redditi agricoli, ovvero quelli legati a chi lo coltiva.

Nel 2016, era stata introdotta una norma che stabiliva che non concorrevano a formare la base imponibile ai fini Irpef i redditi dominicali e agrari dei terreni dichiarati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. La misura era stata inizialmente prevista per il triennio 2017-2019 e, poi, prorogata di anno in anno. Agevolazioni che sono state tolte per il 2024.

Come funziona l’esenzione Irpef agricola 2024

La mancata proroga nella Legge di Bilancio del 2024 ha fatto arrivare alla normale scadenza della norma, che cessa i suoi effetti dal 1° gennaio per 431.215 lavoratori agricoli autonomi censiti dall’Inps.

Arrivano le contestazioni, con le proteste dei trattori lungo le strade del Paese. Una questione sulla quale il Governo è pronto ad intervenire, in sede di conversione in legge del Decreto Milleproroghe. Dopo l’incontro con le associazioni di categoria, il 9 febbraio, è stato annunciato il ripristino dell’esenzione Irpef, ma in versione molto più ristretta.

Se approvata, potrebbero beneficiarvi solo i titolari di redditi fino a 10.000 euro, secondo le stime, un totale di circa 387.000 aziende.

Il 12 febbraio, si è tenuto un nuovo incontro presso il Ministero dell’Agricoltura, dal quale sono emerse ulteriori novità. Si prevede l’esenzione dall’Irpef agricola anche per i redditi compresi tra i 10.000 euro e i 15.000 euro, ma non integralmente.

In definitiva, si va incontro ad un doppio sconto dell’imposta dovuta. Si tratta solo di anticipazioni per il momento.

Quali sono gli effetti dello stop all’esenzione

La mancata proroga dell’agevolazione comporterebbe un aumento delle imposte dovute dai lavoratori agricoli autonomi.

La previsione di un’esenzione limitata ai redditi bassi, però, andrebbe a mitigare solo in parte la situazione creatasi.

Per quanto riguarda i titolari di redditi superiori alla soglia di 10.000 euro, nel 2025, si tornerà alla tassazione ordinaria, basata sulle rendite catastali.

Il reddito dominicale si rivaluterà dell’80% e, poi, del 30%. Il reddito agrario dovrà essere calcolato rivalutando la tariffa d’estimo risultante dal catasto del 70%.

L’emendamento del Governo sull’Irpef agricola prevede che il taglio sull’imposta, previsto per due anni, costerà 220,1 milioni per il 2025 e 130,3 per il 2026. Le risorse vengono recuperate dal fondo per l’attuazione della delega fiscale.

Ricordiamo infine che, tra le altre richieste per cercare di non gravare sulle imprese agricole, c’è anche quella del rinvio dell’assicurazione obbligatoria per i mezzi agricoli.

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