La ricerca della felicità ha spinto la scienza a indagare sulla correlazione tra benessere finanziario e soddisfazione personale. Numerosi studi, condotti da economisti di fama mondiale, compresi premi Nobel, cercano di quantificare la felicità attraverso cifre concrete. L’interrogativo su un valore assoluto che simboleggi il raggiungimento completo della serenità è stato al centro di tali indagini.
Mentre le risposte provenienti dalla ricerca possono talvolta divergere, esiste un filo comune: più elevato è il reddito di una persona, maggiore sembra essere il suo livello di felicità. Questo porta alla riflessione che, sebbene il denaro non sia l’unico elemento determinante per la felicità, svolge un ruolo significativo nel contribuire al benessere individuale. La risposta alla domanda su quale sia l’entità finanziaria necessaria per sentirsi veramente soddisfatti e sereni potrebbe deludere coloro che dispongono di risorse inferiori alla presunta soglia della felicità.
Tuttavia, la scienza potrebbe rivelare interessanti sfumature sul rapporto tra soldi e benessere, evidenziando limiti e considerazioni che vanno al di là della mera quantità di denaro posseduta. Quindi, quanti soldi sono davvero necessari per essere felici? Gli scienziati ci forniscono delle indicazioni.
Quanti soldi al mese per essere felici?
Lo stipendio medio per essere felici ammonta a 70.000 euro all’anno, pari a 5.800 euro circa al mese.
Il professor Jan-Emmanuel De Neve, direttore del Wellbeing Research Centre dell’Università di Oxford, ha enfatizzato, in un’intervista al The Guardian nel 2022, che, se si valuta l’esperienza di emozioni positive – ossia quanto si è felici in un dato momento e l’assenza di emozioni negative – il punto di sazietà potrebbe aggirarsi tra le £ 100.000 e le £ 120.000 (oltre 116.000 euro). Se, invece, si cerca la soddisfazione generale nella vita, tale soglia è ancora più elevata.
La ricerca del 2022 pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences ha dimostrato che, per la maggior parte delle persone, il denaro contribuisce effettivamente all’aumento della felicità, con una soglia massima di benessere percepito raggiunta con guadagni di 500.000 dollari.
Tuttavia, secondo gli studiosi, esiste un gruppo più ristretto di individui per i quali redditi più elevati non apportano significativi benefici. Per questo “gruppo infelice”, che rappresenta circa il 15% della popolazione, la relazione tra felicità e reddito è differente, con denaro aggiuntivo che non riesce a migliorare il loro senso di benessere una volta superati i 100.000 dollari di guadagno annuo, come evidenziato dalla ricerca.
Gli studiosi hanno ipotizzato che queste persone possano essere influenzate da eventi della vita che annullano qualsiasi miglioramento che il denaro potrebbe portare.
Più il Paese è sviluppato più aumenta il desiderio di ricchezza
Dai risultati dello studio emerge che chi vive nei paesi più ricchi ha bisogno di una somma maggiore di denaro per dichiararsi felice, entrando nel dominio del ‘benessere soggettivo’, una terminologia delle scienze sociali. In molte regioni del mondo, il possedere più denaro – oltre il livello di ‘sazietà’, un indicatore della soddisfazione percepita – è associato a valutazioni della vita più basse. Gli autori evidenziano come uno studio recente a livello nazionale abbia rilevato un leggero ma significativo calo nelle valutazioni della vita tra i redditi molto alti nei paesi più ricchi.
Il risultato dello studio indica che la somma di denaro ideale, calcolata in media per garantire una vita soddisfacente, è di 95.000 dollari, approssimativamente più di 87.000 euro. Per raggiungere un benessere emotivo, invece, sarebbero sufficienti tra i 60.000 e i 75.000 dollari, ovvero tra i 55.000 e i 69.000 euro, annuali naturalmente.
A livello internazionale, gli uomini hanno bisogno di meno denaro per raggiungere la felicità (82.600 euro) rispetto alle donne (91.800); inoltre, coloro con un livello di istruzione più elevato ritengono necessario un ammontare maggiore di denaro per dichiararsi soddisfatti (105.500 euro) rispetto ai soggetti meno istruiti (78.000 euro).