A marzo, le pensioni subiranno una riduzione a causa dell’applicazione delle addizionali comunali in acconto, come previsto dalla normativa. Questo potrebbe rappresentare un onere maggiore per alcuni pensionati, poiché alcuni Comuni hanno annunciato un aumento dell’addizionale, che verrà quindi ricalcolata sul prossimo cedolino.
Pensioni più basse a marzo 2024, perché?
La ragione di questa diminuzione fiscale nelle pensioni di marzo è legata principalmente alla tassazione. Tuttavia, ad aprile, le pensioni potrebbero essere più alte in quanto verranno applicate le nuove aliquote Irpef più vantaggiose per coloro che percepiscono un importo superiore a 15 mila e inferiore a 50 mila, come confermato dall’Inps.
Quanto diminuirà la pensione a marzo 2024?
Concentrandoci sulla pensione di marzo, sia per chi ha l’accredito in posta che in banca, è essenziale comprendere quanto diminuirà a causa dell’applicazione dell’addizionale comunale. La tassazione sulle pensioni implica la trattenuta Irpef e quella per le addizionali comunali e regionali sull’importo lordo.
Per quanto riguarda le addizionali, la trattenuta viene effettuata con un meccanismo specifico:
- L’addizionale regionale viene saldata l’anno successivo a quello di riferimento, in undici mensilità da gennaio a novembre. L’aliquota regionale viene applicata sulla pensione pagata dall’inizio dell’anno e si basa sull’importo percepito nel corso del 2023.
- L’addizionale comunale segue la stessa logica, con un saldo effettuato nell’anno successivo su undici mensilità, da gennaio a novembre. Tuttavia, a differenza di quella regionale, l’addizionale comunale prevede anche un acconto per l’anno in corso, applicato su nove mensilità da marzo a novembre. Dal prossimo cedolino, il saldo per le addizionali regionali e comunali riferite al 2023 sarà affiancato anche dalla trattenuta per l’acconto del 2024.
Quanto pesano le addizionali comunali sulle pensioni?
Come precedentemente annunciato, la riduzione della pensione a marzo rispetto a febbraio è dovuta all’applicazione dell’aliquota dell’addizionale comunale in acconto per il 2024. La notizia meno positiva è che per alcuni pensionati ci sarà un aumento rispetto all’importo pagato l’anno scorso.
Un esempio è rappresentato dal Comune di Napoli, che con la delibera n. 474 del 2023 ha confermato l’aumento dell’addizionale comunale, passando dall’0,8% nel 2022 all’1,0% nel 2024. Questo incremento si rifletterà già nel prossimo cedolino di pensione quando verrà trattenuta la prima mensilità dell’addizionale comunale per il 2024.
Anche Palermo prevede un lieve aumento dell’addizionale, che passerà dall’0,938% nel 2023 all’1% nel prossimo anno.
Ricordiamo che l’acconto corrisponde al 30% dell’addizionale. Ad esempio, per i pensionati di Napoli, ci sarà una trattenuta del 0,30%, che su una pensione di 1.500 euro lordi equivale a 4,50 euro. Lo stesso vale per i pensionati di Palermo.
Nel Comune di Roma, l’aliquota è dell’0,90%, con esenzione per redditi fino a 12 mila euro. La trattenuta sarà quindi dello 0,27%, ad esempio, su una pensione di 2.000 euro lordi, verranno trattenuti 5,40 euro.
A Milano, l’addizionale è dell’0,8%, con esenzione fino a 23 mila euro di reddito. Dal prossimo cedolino scatterà una trattenuta dello 0,24%, mentre la restante parte sarà recuperata con il saldo tra gennaio e novembre del prossimo anno.
Per gli altri pensionati, è possibile consultare l’elenco completo dei Comuni italiani con le rispettive aliquote di addizionale attraverso il servizio messo a disposizione dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, al fine di avere un’idea di quanto si perderà a partire dalla prossima pensione.