La Cina ha aumentato le riserve del metallo giallo, adesso la comunità internazionale si chiede cosa succederà all’oro.
L’incertezza del contesto macroeconomico e le continue tensioni geopolitiche hanno spinto le quotazioni dell’oro, che hanno sfiorato i 2mila $ l’oncia. La ripresa del prezzo del metallo giallo ha attirato l’attenzione della comunità internazionale, in particolare delle banche centrali e degli investitori istituzionali.
Nel corso degli ultimi decenni si è registrata una vera e propria corsa ad aumentare le riserve aurifere da parte delle banche centrali dei paesi in via di sviluppo. Cina e Russia sono i due paesi che hanno accelerato gli acquisti di oro e proprio Pechino è l’acquirente più importante. Con l’instabilità geopolitica e l’incertezza dello scenario macroeconomico gli esperti prevedono che gli acquisti per acquistare le riserve del metallo giallo rimarranno piuttosto elevati nel corso del 2024.
Scopriamo in questa guida cosa succederà all’oro dopo che la Cina ha aumentato le riserve aurifere. Facciamo chiarezza.
Cosa succederà all’oro dopo che la Cina ha aumentato le riserve aurifere?
Nel corso degli ultimi decenni, la Cina ha aumentato gli acquisti dell’oro, andando ad incrementare le riserve aurifere. In particolare, si è registrata una vera e propria corsa dopo che gli USA hanno congelato le riserve della Russia in $. Nella prima parte dell’anno scorso la Cina ha acquistato oltre 100 tonnellate di oro e rimane il principale acquirente a livello globale.
L’attenzione dei cinesi si è spostata dal mercato immobiliare, che sta vivendo un periodo di crisi strutturale: ne è una valida conferma la liquidazione del colosso del mattone Evergrande. Nel corso dell’ultimo biennio anche il mercato azionario cinese ha imboccato un trend ribassista e Pechino ha imposto dei rigidi limiti ai deflussi di capitale.
Lo scenario macroeconomico e l’assenza di valide alternative di investimento hanno fatto sì che l’attenzione di Pechino si concentrasse sull’oro. Il metallo giallo viene visto come un asset rifugio che consente di proteggersi contro la debolezza della moneta cinese. Tenendo conto anche che la quotazione degli strumenti finanziaria rimarrà piuttosto volatile nel corso del corrente anno, gli esperti prevedono che la domanda del metallo prezioso rimanga piuttosto sostenuta in Cina. Tenendo conto del contesto e delle incertezze, si può prevedere che il prezzo dell’oro rimarrà sicuramente elevato per tutto il 2024.
Il processo di de-dollarizzazione spinge ad aumentare le riserve aurifere
All’indomani dello scoppio della crisi del 2008-2009 le banche hanno rivalutato l’oro e hanno iniziato ad aumentare le riserve aurifere. Il picco della domanda di oro da parte delle banche centrali si è registrata nel corso del 2022 ed è rimasta sostenuta per tutto il 2023, specie per il primo semestre dell’anno.
Sono soprattutto le banche centrali dei paesi emergenti ad aumentare le riserve del metallo prezioso per attuare una strategia di diversificazione delle riserve in valuta straniera. Il continente asiatico ha avviato un processo di de-dollarizzazione e questo processo potrebbe portare ad un ulteriore incremento delle riserve aurifere.
Quali sono le proiezioni per il 2024?
Il prezzo dell’oro rimarrà piuttosto elevato nel corso del 2024 dato che le banche centrali dei paesi emergenti continueranno ad incrementare le riserve d’oro e le tensioni geopolitiche si acuiranno. Alcuni esperti prevedono che la quotazione dell’oro possa sfiorare i massimi storici.
Nonostante i rapporti tra Cina e USA siano più pacifici rispetto a qualche anno fa, bisogna sottolineare che qualche dissapore permane. Pechino considera il metallo prezioso il nemico numero 1 del dollaro, per questo il Sol Levante ha imboccato una vera e propria corsa ad accrescere le riserve di oro. Questa sfrenata corsa ad aumentare le riserve del metallo giallo potrebbe spingere ulteriormente le sue quotazioni nel corso del corrente anno 2024.