Dalla questione del Ponte sullo Stretto di Messina arriva un duro colpo alla Lega di Matteo Salvini, e un possibile – se non probabile – terreno di scontro all’interno della maggioranza. La società incaricata del progetto, la Stretto di Messina Spa, è stata inclusa, infatti, nell’elenco delle società cui viene applicata la spending review, nonostante il Carroccio ne avesse chiesto l’esclusione.

Ponte sullo Stretto, stop di Meloni alla norma che escluderebbe la Stretto di Messina Spa dalla spending review

Sembrava una pura formalità. Un emendamento al decreto Milleproroghe in discussione alla Camera, firmato da alcuni deputati della Lega, in cui la Stretto di Messina Spa viene esclusa per tre anni (fino al 2027) dall’elenco delle società pubbliche sottoposte a spending review.

E invece.

L’emendamento, come rivela il ‘Fatto quotidiano’, ieri non è stato votato e potrebbe esser stato definitivamente accantonato dall’esecutivo.

Cosa prevede l’emendamento della Lega?

Una presa di posizione che non può certo aver fatto piacere al Carroccio e al suo leader Matteo Salvini, che sul ponte sta investendo gran parte della propria credibilità.

La norma bloccava fino al 2027 tutti quei controlli sui conti cui la Stretto di Messina Spa avrebbe dovuto sottostare, dalla trasparenza dei bilanci alle riduzioni annuali su varie voci di spesa.

Il fatto che l’emendamento sia stato bloccato dal governo è una nuova tegola per Salvini che, sempre ieri, incassava un altro attacco sulla vicenda del ponte sullo Stretto, stavolta non dal ‘fuoco amico’ degli alleati di governo, ma dall’opposizione.

Si tratta dell’esposto presentato da Partito democratico e Alleanza Verdi e Sinistra alla Procura di Roma su quelle che vengono definiti profili di opacità” in merito alle attività svolte dalla società presieduta da Pietro Ciucci in relazione al progetto. Elly Schlein, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli denunciano, infatti, l’impossibilità di verificare tali attività, dal momento che sia la Stretto di Messina Spa sia il Ministero delle Infrastrutture di Salvini hanno negato l’accesso agli atti.