Negli Stati Uniti, un recente caso di peste bubbonica ha suscitato preoccupazione e ha riacceso l’attenzione su questa malattia storica.
La peste bubbonica è causata dal batterio Yersinia pestis e si trasmette principalmente attraverso il morso di pulci infette o il contatto con animali infetti.
Infatti l’uomo negli USA è stato contagiato da un gatto. I sintomi includono febbre, brividi, mal di testa, gonfiore dei linfonodi e talvolta la comparsa di bubboni dolorosi.
Scopri quali sono i rischi e le misure preventive per proteggersi da questa malattia.
Peste bubbonica, uomo contagiato da un gatto in America
Negli Stati Uniti, un uomo è stato infettato dalla peste bubbonica, probabilmente contratta dal suo gatto domestico nello stato dell’Oregon.
La malattia, per fortuna, è stata rilevata e trattata precocemente, dunque il rischio per la comunità circostante è considerato basso.
Le autorità sanitarie hanno informato e analizzato le persone che sono venute in contatto con l’individuo infetto e il suo animale domestico.
Cos’è la peste bubbonica
La peste bubbonica è una malattia infettiva contagiosa causata dal batterio Yersinia pestis. Da tempo questa malattia non è presente in Italia e in Europa. Tuttavia, è presente anche in alcune zone dell’Africa, dell’Asia e dell’America.
Nel Medioevo la peste bubbonica veniva anche chiamata la “Morte Nera”. Nel giro di pochi anni morirono milioni di persone in Europa.
Ancora oggi, però, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la peste bubbonica uccide dal 30 al 60% delle persone infette.
Tuttavia, se trattata con antibiotici, il 90% delle persone colpite può essere curato.
Come ci si ammala di peste bubbonica
La peste bubbonica di solito si diffonde attraverso i roditori infetti, più precisamente attraverso le pulci che ci sono sui topi. Queste pulci possono infettare gli animali domestici e, in alcuni casi, l’uomo.
Purtroppo la peste poi può diffondersi anche da uomo a uomo, attraverso l’aerosol e le goccioline di salive.
Quali sono i sintomi della peste bubbonica
La peste bubbonica, conosciuta anche come peste nera, è caratterizzata da sintomi distintivi che includono febbre alta, brividi, sensazione generale di debolezza e gonfiore dei linfonodi, di solito nell’inguine, nell’ascella e nel collo.
Talvolta si formano piccole vescicole e una leggera eruzione cutanea rossa nel punto di ingresso dei batteri attraverso il morso di una pulce.
Man mano che la malattia progredisce, i linfonodi infetti diventano duri e dolorosi, assumendo un tipico aspetto gonfio e scuro.
Alcuni sintomi più gravi possono includere difficoltà respiratorie, vomito, diarrea e confusione mentale.
In casi estremi, la peste bubbonica può portare a complicazioni gravi come la sepsi, con sintomi quali febbre alta, confusione, letargia, problemi digestivi e disturbi della coagulazione del sangue che possono causare emorragie interne e danni agli organi vitali.
Se non trattata, la sepsi porta alla morte.
Quali sono le cure per la peste bubbonica
Se si sospetta la peste, il medico esamina prima la storia medica del paziente e discute dei sintomi presenti, della loro durata e se vi sono stati recenti viaggi o contatti con roditori.
Successivamente, effettua un esame fisico, palpa i linfonodi ingrossati e verifica la presenza di dolore e gonfiore, segni tipici della peste bubbonica.
Tuttavia, i sintomi della peste polmonare possono essere meno chiari e confusi con altre condizioni come la polmonite. Ecco perché per una diagnosi accurata, vengono prelevati campioni da linfonodi ingrossati o secrezioni polmonari e analizzati per individuare la presenza del batterio responsabile della peste.
Una volta diagnosticata, il paziente viene isolato e trattato con antibiotici come streptomicina, gentamicina o tetraciclina per combattere l’infezione.
È importante che i pazienti rimangano isolati durante il trattamento antibiotico e sotto la sorveglianza medica per almeno quattro giorni.
Più tardi viene diagnosticata la peste, e quindi curata, e più alto è il rischio di complicazioni.
In conclusione, la peste, sebbene sia oggi limitata solo a poche aree del mondo, potrebbe ancora rappresentare una minaccia per la salute pubblica, soprattutto in regioni dove le condizioni igieniche sono precarie e vi sono contatti ravvicinati con roditori infetti.
È importante rimanere vigili e adottare misure preventive, come il controllo dei roditori e l’isolamento dei casi sospetti. Inoltre, la ricerca continua e la consapevolezza pubblica sono essenziali per prevenire la diffusione di questa malattia potenzialmente letale.