Sono 16 i capolavori tenuti in ostaggio da un artista dissidente russo, che ha minacciato di distruggerli se Julian Assange morirà in carcere. Il giornalista ed ex programmatore australiano dovrà affrontare la fase finale del suo processo nel Regno Unito il prossimo 20 e 21 febbraio.
Artista tiene in ostaggio 16 capolavori: “Distruggerò le opere se Assange muore in carcere”
Una minaccia, quella di Andrei Molodkin, un dissidente russo, che preoccupa e spaventa il mondo dell’arte. L’artista, infatti, ha minacciato di distruggere per sempre con una sostanza corrosiva 16 capolavori inestimabili.
Fra le opere ci sono quadri di Rembrandt, Picasso, Andres Serrano e Andy Warhol e, ora, la loro sorte è appesa a un filo. O, meglio, al destino di Julian Assange, il l’ex programmatore australiano arrestato per aver divulgato documenti classificati, tramite la piattaforma Wikileaks.
Se la minaccia sia concreta o meno non è ancora dato saperlo, ma Molodkin ha dichiarato di aver raccolto – e di essere in possesso attualmente – di 16 capolavori stimati oltre 42 milioni di sterline e che distruggerà se Assange morirà in carcere.
L’idea dell’artista dissidente è sostenuta dalla moglie di Assange, Stella, e prende il nome di “Dead Man’s Switch“. Stando a quanto dichiarato, le opere sono tenute in un caveau sigillato, al quale è collegata una pompa, a sua volta collegata a due barili contenenti polvere acida e a un potenziatore di reazione chimica. Se la minaccia avrà seguito, il contenuto dei barili dissolverà i capolavori, ottenuti tramite donazioni.
Il processo di Julian Assange
Attualmente, il programmatore 51enne è detenuto da, ormai, 5 anni nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, a Londra, con l’accusa di spionaggio. Qui attende il processo finale, previsto per il prossimo 20 e 21 febbraio.
Assange è divenuto celebre per aver diffuso del materiale classificato tramite la sua piattaforma Wikileaks, che nel 2010 portò alla luce migliaia di documenti relativi alle attività dell’esercito americano in Afghanistan e Iraq.
Oggi, Amnesty Intenational ha chiesto il suo rilascio, prima del verdetto dell’ultima fase del processo, che vedrà la sua estradizione o il permesso a procedere in appello in Gran Bretagna. La decisione è rimessa all’Alta Corte inglese, che ascolterà le parti in causa. Gli avvocati di Assange promettono di portare il caso davanti alla Corte Europea dei diritti dell’uomo, qualora il loro assistito sia estradato.
Negli Stati Uniti, Assange è accusato di spionaggio e crimini informatici, accusa che gli imporrebbe una condanna a vita: 175 anni in carcere.