Anche per il 2024, il contratto di comodato d’uso gratuito prevede lo sconto Imu. Per beneficiare dello sconto del 50%, però, è necessario il rispetto di alcuni specifici requisiti.
Il primo appuntamento Imu dell’anno è fissato al 16 giugno ed è ora di sapere quali sono questi requisiti e se e quando il proprietario ha diritto allo sconto del 50%.
Infine, si deve anche sapere come si calcola l’imposta dovuta al netto della riduzione dello sconto applicato per immobili concessi con contratto di comodato d’uso gratuito.
Quando spetta lo sconto Imu del 50%
Lo sconto Imu del 50% spetta ai proprietari di immobili concessi in comodato d’uso gratuito a parenti in linea retta di primo grado: genitori e figli.
Per poter fruire della detrazione, però, ci sono ben altri requisiti da rispettare. L’accesso allo sconto è riconosciuto solo se il contratto sia stato regolarmente registrato all’Agenzia delle entrate.
L’unità immobiliare, inoltre, non deve rientrare tra le categorie catastali di lusso, ovvero A/1, A/8 e A/9.
Infine, vanno rispettati i seguenti requisiti specifici, anche in relazione al comodante, che dovrà:
- Possedere un solo immobile in Italia oltre all’abitazione principale;
- Avere residenza e dimora abituale nello stesso Comune in cui è situato l’immobile concesso in comodato d’uso.
Come funziona lo sconto Imu sui contratti di comodato d’uso gratuito
Lo sconto Imu sugli immobili in comodato d’uso gratuito viene disciplinato dalla Legge n. 160/2019, articolo 1, comma 747.
Nello specifico, l’agevolazione consiste nella riduzione alla metà della base imponibile per il calcolo dell’Imu. Si applica alle abitazioni non di lusso, concesse in comodato d’uso a parenti in linea retta che le utilizzano come abitazione principale.
Il contratto di comodato d’uso gratuito è definito dall’articolo 1803 del Codice Civile. Ai fini Imu, il soggetto tenuto al pagamento dell’imposta è il proprietario dell’immobile, ovvero il comodante, perché la sua dimora abituale risulterà essere altrove. L’abitazione data in comodato risulterà seconda casa.
Il contratto di comodato deve essere registrato
Come abbiamo anticipato, il contratto di comodato d’uso gratuito deve essere regolarmente registrato affinché si possa beneficiare dello sconto Imu, anche nel 2024. In caso di contratto scritto, la registrazione deve avvenire entro 20 giorni. Per quanto riguarda, invece, i contratti verbali è necessario presentare richiesta all’Agenzia delle entrate.
È sempre preferibile che il contratto venga redatto in forma scritta, al fine di avere una data certa e un documento valido per mettersi al sicuro da qualsiasi contestazione e accertamenti da parte del Comune.
Non è, invece, necessaria la dichiarazione Imu per ottenere la riduzione. La dichiarazione Imu, nel caso in cui il contratto sia tra parenti in linea retta di primo grado non deve essere presentata. Il motivo è molto semplice: il comune è già al corrente del presupposto per il diritto all’agevolazione.
L’obbligo di presentarla insorge quando siano avvenute variazioni rispetto a quanto scaturito dalle dichiarazioni già presentate oppure se si siano verificate variazioni di cui il Comune non può esserne a conoscenza.
Quando non si applica lo sconto del 50%
Ci sono alcuni casi in cui non spetta la riduzione Imu del 50%, pur in presenza di un contratto di comodato d’uso gratuito.
Quando non spetta? L’imposta dovrà essere corrisposta per intero nei seguenti casi:
- Comodato d’uso per le abitazioni di lusso;
- Proprietari di 3 o più immobili a uso abitativo;
- Prima e seconda casa situate in due comuni differenti;
- Residenza in un Comune diverso da quello di ubicazione della seconda casa;
- Proprietari di immobili residenti all’estero;
- Immobile concesso in comodato d’uso gratuito non adibito ad abitazione principale dal comodatario;
- Contratto di comodato d’uso stipulato tra nonni e nipoti;
- Contratto di comodato d’uso gratuito stipulato da parenti diversi da genitori e figli.