Nato a Genova il 2 ottobre 1821, Nino Bixio è una figura iconica del Risorgimento italiano, con una vita ricca di avventure e imprese patriottiche. Inizialmente noto come Gerolamo, è diventato Nino sin dall’adolescenza, legando il suo nome a momenti cruciali della storia italiana, dalle prime guerre di indipendenza alla Repubblica Romana e alla Spedizione dei Mille con Giuseppe Garibaldi.

Chi era Nino Bixio?

La sua infanzia fu segnata dalla perdita della madre a nove anni, provocando un cambiamento significativo nella sua vita. I rapporti difficili con la nuova moglie del padre e il suo spirito ribelle lo portarono a un’infanzia tumultuosa, culminata con l’arruolamento forzato nella marina militare sarda all’età di 13 anni. Le sue avventure in mare lo portarono a circumnavigare il globo su varie navi, contribuendo a forgiare la sua personalità avventurosa.

Abbandonata la carriera militare, Bixio continuò a navigare su mercantili, diventando capitano in seconda in svariate spedizioni. Il suo percorso lo portò da naufragi a rivolte, contribuendo a costruire la leggenda che lo accompagnò per tutta la vita.

A Parigi, entrò in contatto con il mondo politico e rivoluzionario, stringendo amicizia con esuli italiani come Goffredo Mameli e Giuseppe Mazzini. Tornato in Italia nel 1847, si unì al fervore patriottico partecipando alla prima guerra di indipendenza e difendendo la Repubblica Romana.

Nel corso della Seconda guerra di indipendenza, divenne il braccio destro di Garibaldi, contribuendo attivamente alla Spedizione dei Mille. Nelle successive guerre d’indipendenza, Bixio si distinse come generale e condusse numerose battaglie contro le truppe borboniche.

Eletto deputato nel 1861, Bixio mantenne la sua indipendenza politica, venendo rieletto più volte. Nel 1866, durante la Terza guerra d’indipendenza, tornò sul campo come generale comandante dell’esercito italiano. Nel 1870, partecipò alla Presa di Roma.

La sua vita avventurosa e il contributo fondamentale al processo di unificazione italiana rimarranno parte indelebile della storia del Risorgimento. La sua morte avvenuta nel 1873, durante una traversata in mare in Indonesia, pose fine a una vita straordinaria dedicata alla patria.

Nino Bixio: causa morte

Nino Bixio, pur avendo abbandonato la vita militare, non rinunciò mai alla sua passione per il mare e le esplorazioni. Dopo il 1870, riprese attivamente le spedizioni commerciali, sfruttando le connessioni commerciali dell’Italia con l’Estremo Oriente. In particolare, intraprese una spedizione nel 1873 da Messina a Batavia e Singapore.

Durante questa avventura, che rispecchiava la sua natura avventurosa, Bixio contrasse il colera, un’insidiosa malattia che lo portò alla morte nei pressi dell’isola di Sumatra. Inizialmente sepolto temporaneamente sul luogo, la sua tomba fu successivamente violata dai locali. Tre anni dopo, finalmente, fu possibile recuperare i resti di Bixio. Questi furono cremati e portati a Genova, trovando la loro collocazione definitiva nel Cimitero di Staglieno. La sua morte sottolineò l’epilogo di una vita straordinaria, segnata da imprese patriottiche e avventure in mare, che rimarranno indelebili nella storia italiana.