Una vicenda grave si è consumata, oggi 13 febbraio, nell’ufficio dell’educatrice del carcere di Bancali, a Sassari, dove un detenuto a colloquio ha devastato e distrutto mobili e oggetti. Per calmare l’uomo sono intervenuti gli agenti della polizia penitenziaria.
Sassari, detenuto devasta ufficio dell’educatrice: danni a oggetti e mobili
Ci sarebbe un violento scoppio dira alla base del grave episodio accaduto oggi, 13 febbraio, nel carcere di Bancali di Sassari. Secondo le ricostruzioni della polizia penitenziaria, infatti, un detenuto avrebbe avuto un improvviso scoppio d’ira, che lo avrebbe portato a sfogarsi sulle suppellettili e il computer dell’ufficio dell’educatrice, dove era a colloquio.
L’uomo, poi, avrebbe preso a calci e scagliato a terra la stampante e le sedie presenti nella stanza, causando enormi disagi e danni. La donna, invece, sarebbe riuscita a sfuggire alla rabbia del detenuto e a scappare chiamando aiuto.
Per calmarlo sono intervenuti gli agenti di polizia penitenziaria, allarmati dalle urla e dai forti rumori provenienti dalla stanza. Lo dichiara il segretario generale della Uil-Pa Polizia Penitenziaria della Sardegna, Michele Cireddu, che aggiunge:
Episodi come quello avvenuto a Bancali capitano sempre più spesso. L’educatrice ha avuto la prontezza di scappare immediatamente prima che il detenuto potesse farle del male, ma con una minima esitazione avremmo raccontando l’ennesima grave aggressione a danno degli operatori penitenziari. Crediamo sia emblematico il fatto che Bancali aspetti i vertici dell’Istituto in pianta stabile da più di 7 anni
Un momento davvero vergognoso secondo il sindacalista, che – sostiene – in altre carceri avrebbe già suscitato indignazione e l’apertura di inchieste interne da parte dei magistrati. Questo, secondo Cireddu, si deve al fatto che in altre sedi, il numero dei dipendenti dell’amministrazione è più che sufficiente a far fronte a vicende di questo tipo, cosa che non avviene a Bancali.
A nostro avviso si tratta di una vera a e propria vergogna, che in altri contesti avrebbe certamente determinato un’inchiesta da parte della magistratura soprattutto perché queste figure all’interno dell’amministrazione sono in numero più che sufficiente. In queste condizioni ci chiediamo come si pretenda che l’istituto possa essere riorganizzato
Cireddu ha condannato fermamente l’episodio e ribadisce ancora una volta quanto già denunciato più volte in passato dal sindacato, ma la sfiducia che qualcosa cambi è profonda. L’episodio si somma alla già tragica questione del sovraffollamento e dei suicidi di diversi detenuti – circa venti dall’inizio del 2024:
Il provveditore Antonio Galati ci ha promesso che visiterà l’istituto per constatare personalmente la grave situazione che continuiamo a denunciare. Ha infine assicurato di aver inviato un invito formale per riorganizzare i processi lavorativi ma per questo purtroppo, considerati i precedenti, non siamo ottimisti sul risultato