Sfruttare le prerogative di Bitcoin per rendere più sicure le blockchain basate sull’algoritmo di consenso Proof-of-Stake: questo è l’obiettivo di Babylon Chain. Un obiettivo estremamente ambizioso, tale da aprire nuove prospettive anche a chi possiede BTC, per riuscire a guadagnare in maniera sicura e senza alcuna necessità di intermediari.

Per farlo, l’azienda punta a fare dei token già minati asset per lo staking decentralizzato. Alla luce del rinnovato interesse per l’icona crypto, di nuovo sotto i riflettori per l’approssimarsi dell’halving, un progetto di questo genere non poteva che suscitare grande interesse tra gli investitori.

Babylon Chain: cos’è e cosa si propone

Babylon Chain è un protocollo che si propone di estendere i livelli di sicurezza tipici di Bitcoin all’intera finanza decentralizzata. Per riuscire in un intento così ambizioso, i suoi sviluppatori hanno varato un innovativo Bitcoin Staking Protocol. Di cosa si tratta? Il concetto alla sua base è molto semplice: mettere in staking i BTC posseduti, in modo da generare rendimenti, senza dover ricorrere a servizi di terze parti o perderne il totale controllo.

Basata sul Software Development Kit (SDK) di Cosmos, questa nuova soluzione massimizza la liquidità, rendendo possibile partecipare all’ecosistema di più blockchain PoS mediante un approccio auto-custodiale e senza meccanismi fiduciari. In tal modo evita agli utenti le complessità del bridging o del wrapping di Bitcoin che spaventano molti di essi.

A conferire robuste dosi di innovazione al progetto è il suo Shared Security Protocol, il quale provvede a bypassare in maniera efficace i rischi solitamente associati all’integrazione di Bitcoin in altre catene. Il tutto in un quadro di assoluta sicurezza, tale da impedire qualsiasi genere di attacco cui sono solitamente sottoposte le blockchain che hanno adottato il Proof-of-Stake.

Una funzione che è stata immediatamente recepita, se si pensa alle integrazioni con Osmosis, Archway, Terra, Akash Network e altri protocolli di rilievo. A riprova dell’interesse suscitato dal suo modello di business.

Come funziona Babylon Chain

Il funzionamento di Babylon Chain è incentrato su un protocollo di staking chiamato a favorire la formazione di un mercato in grado di tenere insieme gli interessi di coloro che detengono BTC e delle blockchain PoS.

Se i primi possono poter ritirare quando vogliono i propri token, le seconde grazie ad essi sono in grado di conseguire livelli di sicurezza molto elevati, potendo di conseguenza funzionare con maggiore efficienza.

Proprio sul lato sicurezza, Babylon Chain vanta tre prerogative di grande rilievo:

  • possibilità di tagliare una parte rilevante della quota di Bitcoin in caso di violazioni della sicurezza, in modo da conservare l’integrità della rete;
  • garanzia per gli stakeholder di poter ritirare i propri fondi in qualsiasi momento lo ritengano opportuno, con la sola condizione di rispettare le indicazioni del protocollo, proponendo un modello che non necessita di fiducia;
  • miglioramento in termini di liquidità del sistema, consentendo a chi lo desidera lo svincolo dei BTC, senza alcuna necessità di consenso esterno.

Altra caratteristica destinata ad aumentare i livelli di sicurezza è l’assenza di ponti. In tal modo è possibile bypassare i possibili bugs che caratterizzano i depositi presso terze parti. A renderlo possibile l’utilizzo di schemi crittografici e meccanismi di consenso di ultima generazione.

Le prospettive per il futuro

Per quanto concerne la tokenomics, ancora non sono stati resi noti dettagli al proposito. Occorre però sottolineare come nonostante ciò l’azienda sia riuscita a raccogliere 18 milioni di dollari. A contribuire per lo sviluppo del piano sono state anche aziende importanti come Polychain Capital e Hack VC.

Segno evidente dell’importanza del progetto, il quale sembra prefigurare un nuovo ruolo per Bitcoin. La sua affermazione, infatti, permettere all’icona creata da Satoshi Nakamoto di proporsi in aperta concorrenza con ETH in funzione di garanzia collaterale tesa a garantire adeguati livelli di sicurezza nelle nuove blockchain fondate sul meccanismo Proof-of-Stake.