Buone notizie sul caso di Ilaria Salis, con la Corte di Appello di Milano che ha stabilito che Gabriele Marchesi, co-imputato con la maestra 39enne per le lesioni aggravate a due neonazisti, sconterà gli arresti domiciliari in Italia. Negata, dunque, l’estradizione in Ungheria.
Domiciliari in Italia per Gabriele Marchesi, co-imputato con Ilaria Salis, Corte Appello di Milano sospende estradizione
La Corte d’Appello di Milano ha accolto, parzialmente, le richieste della Procura, che giudicava insufficienti le risposte dell’Ungheria in merito alla tutela dei diritti fondamentali della persona da parte dell’Ungheria, che chiedeva l’estradizione di Salis.
La procedura è stata, dunque, sospesa in attesa che arrivi una nuova verifica di altri strumenti di cooperazione internazionale all’esecuzione del mandato di arresto europeo.
L’occasione per un nuovo confronto in merito sarà la prossima udienza del processo, fissata per il 28 marzo.
La soddisfazione della difesa di Marchesi: “Valutare misura alternativa”
La decisione è stata accolta con soddisfazione dai legali di Gabriele Marchesi, gli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini, che hanno spiegato quali sono i passaggi richiesti dalla Corte d’Appello all’Ungheria per giungere a una decisione definitiva sulla vicenda.
“Siccome dalle allegazioni e dai report c’è il rischio che Marchesi, se consegnato alle autorità ungheresi, potrebbe subire un trattamento disumano e contrario all’articolo 3 della Cedu, la Corte ha chiesto di valutare all’Ungheria in base al principio di proporzionalità se sia possibile invece del mandato d’arresto europeo applicare una misura diversa anche non detentiva che possa garantire la sua partecipazione al processo”.
Alla base, dunque, ci sono le condizioni “disumane” delle carceri ungheresi. Un dettaglio che potrebbe rivelarsi fondamentale anche nel caso della stessa Ilaria Salis, come si augura anche suo padre.
La difesa della maestra 39enne potrebbe appellarsi, infatti, a un’eventuale decisione favorevole a Marchesi per fare pressione al fine di ottenere anche per lei gli arresti domiciliari in Italia.