L’opera di pressione sulla Corte Suprema da parte di Donald Trump è ufficialmente iniziata, con i legali dell’ex presidente che hanno rivolto un appello ai giudici perché sospendano il verdetto della Corte d’Appello di Washington sull’immunità. Ma, forse, l’obiettivo di Trump è in realtà un altro…

Trump, appello dei legali alla Corte Suprema sull’immunità: “Minaccia alla campagna elettorale”

Gli avvocati di Donald Trump hanno presentato una nota ufficiale con cui si rivolgono ai nove giudici della Corte Suprema Usa, con l’obiettivo di arrivare a una sospensione del verdetto, emesso dalla Corte d’Appello di Washington, che nega l’immunità all’ex presidente per l’assalto di Capitol Hill del 2021.

Come riporta la Cnn, i legali del tycoon ritengono che la mancata sospensione finirebbe col ledere il diritto di Trump e dei suoi elettori a una campagna elettorale corretta.

“Condurre un processo penale di mesi contro il presidente Trump in piena stagione elettorale ostacolerà radicalmente la capacità del presidente Trump di fare campagna elettorale contro il presidente Biden”.

Dal punto di vista della difesa, la questione riguarda anche gli elettori di Trump, cui deve essere garantito il diritto di prender parte a una campagna elettorale che gli permetta di orientarsi nelle proprie decisioni di voto.

Il vero obiettivo di Trump

I toni sono decisamente più pacati rispetto alla prima, furiosa reazione con cui Trump aveva accolto il verdetto della Corte d’Appello.

Tuttavia, c’è chi ipotizza che questa strategia nasconda un obiettivo diverso, allungando i tempi dei procedimenti fino a dopo le elezioni.

È quanto fa notare Steve Vladeck della Cnn e docente alla ‘University of Texas School of Law’.

“L’ex presidente Trump sta facendo capire chiaramente che il suo obiettivo è quello di allungare il più possibile questi procedimenti. L’inequivocabile gioco di Trump in questo caso è quello di ‘tirare la corda’ finché i tribunali glielo permetteranno”.

Una pratica ben nota anche alle nostre latitudini, se pensiamo a quante volte esponenti politici di spicco in Italia hanno trascinato i loro procedimenti fino alla soglia della prescrizione.