Il brutto ko con l’Udinese ha confermato la crisi dell’attacco bianconero. La Juventus non segna più e le difficoltà nella manovra offensiva sono evidenti. Una regressione improvvisa, iniziata nel match contro l’Empoli e proseguita con Inter e Udinese. Nelle ultime tre gare è arrivato il solo gol di Vlahovic nel pareggio con i toscani e, per il resto, non ci sono state grandi emozioni. Nel match di ieri Milik e compagni hanno sprecato diverse occasioni e, con il passare dei minuti, è subentrata la poca lucidità.

Juventus, l’attacco è in crisi: manovra lenta e macchinosa

Nello 0-1 dell’Allianz Stadium salta all’occhio un dato eloquente: la Juventus non ha mai tirato in porta nel secondo tempo. Questa banale statistica rispecchia il momento negativo della formazione di Allegri, incapace di muovere il pallone velocemente e protagonista troppo spesso di azioni macchinose.

La squadra delle ultime settimane sembra una brutta copia di quella ammirata a inizio 2024. Il nuovo anno aveva portato una valanga di gol (18 nelle prime 5 gare) ma ora la macchina bianconera sembra essersi incastrata.

Lo scarso contributo del centrocampo

Ma da cosa sono date le difficoltà offensive della Juventus? Chiaramente non possiamo ignorare i tanti infortuni che hanno penalizzato la Vecchia Signora. Kean è ai box da tempo mentre Vlahovic si è fermato dopo la sconfitta di San Siro. Milik ha dimostrato di essere una buona alternativa ma di avere uno scarso feeling con il gol (solo 2 reti in 22 partite di campionato).

La posizione in campo di Chiesa non agevola la fase realizzativa mentre Yildiz, attaccante dalla classe cristallina, necessità di altro tempo per affermarsi definitivamente. La sensazione è che ci sia uno scarso contributo offensivo anche da parte dei centrocampisti. Rabiot non sta vivendo un momento indimenticabile e i suoi compagni di reparto (Locatelli, McKennie e Miretti) hanno segnato solo 2 gol totali.