Tornano a protestare i comitati di Casal Selce, Castel di Guido, Cesano e Valle Galeria Libera contro il Biodigestore di Malagrotta. Nel confronto pubblico, tenutosi questo pomeriggio, 12 febbraio, l’assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti, Sabrina Alfonsi è fuggita alle domande dei comitati.
Biodigestore di Casal Selce, i comitati: “Vogliamo risposte”
Si è tenuto questo pomeriggio, 12 febbraio, un confronto pubblico fra l’assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti, Sabrina Alfonsi, il Direttore Generale dell’AMA, Alessandro Filippi e i comitati di di Casal Selce, Castel di Guido, Cesano e Valle Galeria Libera.
L’incontro, fortemente voluto dai comitati, aveva l’obiettivo di portare le lamentele dei cittadini all’assessora, così, poter avere delle risposte chiare su quanto accadrà a Malagrotta, dopo il devastante incendio, e ribadire il deciso No al Biodigestore.
Lo scontro c’è stato da subito. Abbiamo contestato non tanto l’impianto in senso tecnologico quanto la localizzazione dello stesso. La Alfonsi ha esordito dicendo che esisteva già l’autorizzazione concessa per l’impianto di trattamento dei rifiuti organici proposto dall’amministrazione Raggi.
Peccato che fosse per una diversa tecnologia (compostaggio vs. Biodigestione) e di diverse dimensioni (60.000 tonnellate/anno vs. 120.000). Abbiamo contestato la vicinanza a Malagrotta e di avere già sofferto per l’inquinamento prodotto da quella discarica che tanto è costato in termini di salute ai residenti in zona.
Queste le parole della nota rilasciata dal Comitato di Casal Selce, dopo l’accesa discussione al casaletto del Parco della Cellulosa. Nel comunicato, inoltre, si legge che:
Abbiamo contestato il fatto che la zona è a rischio idrogeologico ed è sottoposta a tutela paesaggistica dalla Regione Lazio in base al PTPR del 2021, che prevede anche espressamente che in tali zone non possano essere realizzati impianti di trattamento rifiuti, la vicinanza alla zona speciale di conservazione della rete natura 2000.
Inoltre abbiamo osservato che tale zona è stata oggetto di bonifica e riqualificazione ed è attualmente coltivata, quindi è paradossale che prima un territorio venga riqualificato e poi vi venga costruito un impianto potenzialmente inquinante. È stato rilevato come l’impianto gemello di Giussago sia a oltre 2 km dal primo centro abitato e che invece il Biodigestore di Casal Selce sarebbe a 250 mt dalle prime case, con 2 RSA, 2 asili nido e una scuola materna ed elementare a meno di 2 km.
Al termine del confronto pubblico, gli animi si sono particolarmente infiammati e sono scoppiate le polemiche. L’assessora Alfonsi ha abbandonato la sala fra i fischi dei cittadini.