Riforma fiscale IRPEF 2024: con la pubblicazione di un apposito comunicato stampa durante il corso della giornata di martedì 6 febbraio 2024 da parte dell’Agenzia delle Entrate all’interno del proprio sito web ufficiale, l’amministrazione finanziaria stessa ha fornito le istruzioni operative per quanto riguarda la prima parte della riforma fiscale prevista a partire dal 1° gennaio dell’anno in corso in merito alla riduzione da 4 a 3 delle aliquote relative all’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF).

A tal proposito, nello specifico, la prima modifica che è stata introdotta per il 2024 è l’abolizione della vecchia aliquota del 25% che veniva applicata ai contribuenti che avevano conseguito dei redditi di importo compreso tra i 15.000 euro e i 28.000 euro durante il corso dell’anno.

La seconda novità relativa alla riforma fiscale IRPEF valida per il 2024, poi, è quella che concerne l’aumento di importo pari a 75 euro della detrazione prevista per coloro che operano con un contratto di lavoro dipendente.

Infine, le ultime due modifiche riguardano rispettivamente la riduzione dell’importo relativo alle detrazioni che spettano a coloro che hanno conseguito dei redditi di ammontare superiore a 50.000 euro, in caso di sostenimento di alcune determinate spese, nonché l’abrogazione dell’agevolazione per la capitalizzazione delle imprese (c.d. ACE).

Senza perderci troppo in chiacchiere, quindi, andiamo subito a vedere insieme tutto ciò che riguarda la riforma fiscale IRPEF 2024 ed, in particolare:

  • quali sono i nuovi scaglioni e le nuove aliquote previsti in seguito alla riduzione da 4 a 3 delle aliquote IRPEF;
  • quali sono gli importi previsti per le detrazioni per i titolari di redditi di lavoro dipendente in seguito all’aumento di ammontare pari a 75 euro;
  • qual è la no-tax area prevista per i lavoratori dipendenti nell’anno in corso;
  • quali sono gli effetti delle modifiche introdotte per il 2024 per quanto riguarda le addizionali regionali e comunali;
  • quali sono le novità in materia di detrazioni per coloro che hanno un reddito di importo pari o superiore a 50.000 euro;
  • cosa accade e come gestire in dichiarazione dei redditi le deduzioni pregresse in seguito all’abrogazione dell’ACE.

Riforma fiscale IRPEF 2024: l’Agenzia delle Entrate pubblica le novità e le istruzioni operative in materia di scaglioni, aliquote, detrazioni e deduzioni

Come abbiamo già accennato anche durante il corso del precedente paragrafo, la prima e più importante novità che è stata introdotta a partire dal 1° gennaio 2024 in merito alla riforma fiscale dell’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) è il passaggio da 4 a 3 aliquote.

Nello specifico, ecco qui di seguito i nuovi scaglioni e le nuove aliquote previste per il periodo di imposta 2024:

  • per i contribuenti che hanno conseguito un reddito complessivo di importo pari o inferiore a 28.000 euro l’aliquota IRPEF che deve essere applicata è pari al 23%;
  • per i contribuenti che hanno conseguito un reddito complessivo di importo compreso tra 28.001 euro e 50.000 euro l’aliquota IRPEF che deve essere applicata è pari al 35%;
  • per i contribuenti che hanno conseguito un reddito complessivo di importo superiore a 50.000 euro l’aliquota IRPEF che deve essere applicata è pari al 43%.

Inoltre, l’aumento di 75 euro delle detrazioni per coloro che conseguono dei redditi di lavoro dipendente, in caso di reddito complessivo pari o inferiore a 15.000 euro, porta le medesime da 1.880 euro a 1.955 euro.

La no-tax area per I lavoratori dipendenti è stata aumentata a 8.500 euro.

Per quanto riguarda le addizionali regionali e comunali, invece, le amministrazioni pubbliche avranno tempo fino al 15 aprile 2024 per operare tutti gli adeguamenti in seguito alle sopra citate novità introdotte.

Infine, le detrazioni del 19% per le spese sostenute nell’anno precedente, ad esclusione di quelle sanitarie, da coloro che hanno un reddito superiore a 50.000 euro sono state ridotte a 260 euro, mentre l’abrogazione dell’ACE fa cessare le agevolazioni previste per le imprese, le quali potranno comunque indicare nelle prossime dichiarazioni dei redditi eventuali deduzioni pregresse.