Nonostante un calo marginale dell’inquinamento atmosferico nel 2023, le città italiane si trovano ancora a combattere contro l’insidioso avversario rappresentato dallo smog. Il report “Mal Aria di Città 2024” di Legambiente, elaborato nell’ambito della Clean Cities Campaign, evidenzia come il percorso verso un ambiente urbano più pulito sia costellato di ostacoli non ancora superati. Sebbene si registri una leggera diminuzione dei livelli di inquinanti, la situazione rimane di stallo, con valori persistentemente elevati che necessitano di un’azione incisiva e immediata per garantire il benessere dei cittadini. Dopo una breve analisi del report, andremo a scoprire quali sono le città più inquinate d’Italia.
Le città più inquinate d’Italia: cosa dice il report di Legambiente Mal Aria di Città 2024
Il documento di Legambiente suona l’allarme per una necessità impellente di accelerare verso soluzioni sostenibili. La distanza dai limiti imposti per il 2030 dall’Unione Europea, e ancor più da quelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, rimane significativa.
Una transizione verso la mobilità sostenibile si rivela indispensabile per migliorare la qualità dell’aria nelle metropoli italiane. L’implementazione di mezzi di trasporto ecologici, insieme all’incoraggiamento dell’uso di biciclette e alla promozione del car sharing elettrico, rappresentano passi fondamentali verso la riduzione delle emissioni nocive. Inoltre, l’ampliamento delle zone a traffico limitato e l’investimento in infrastrutture verdi possono contribuire a un cambiamento radicale nell’approccio alla mobilità urbana.
Oltre alla mobilità, è cruciale rivolgere l’attenzione al riscaldamento degli edifici e alla industria, settori chiave nella produzione di inquinanti atmosferici. L’adozione di tecnologie pulite per il riscaldamento domestico e l’efficienza energetica degli immobili si pongono come priorità. Parallelamente, l’industria deve orientarsi verso processi produttivi a basso impatto ambientale, attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili e la riduzione delle emissioni nocive.
PM2.5 mortale: oltre 52 mila decessi in Italia
La lotta allo smog trascende la mera questione ambientale, configurandosi come una battaglia per la tutela della salute pubblica. Con oltre 52 mila decessi annui in Italia attribuibili all’inquinamento da PM2.5, diventa imperativo adottare misure drastiche per salvaguardare il benessere dei cittadini. Questo richiede però un’azione coordinata e coraggiosa da parte di tutte le istanze governative, dall’ambito locale a quello nazionale, per creare ambienti urbani più salubri e vivibili.
Verso il 2030: obiettivi e strategie
L’orizzonte del 2030 impone obiettivi ambiziosi ma necessari per le città italiane. Il superamento dei limiti attuali di PM10, PM2.5 e NO2 richiede una strategia integrata che consideri tutti gli aspetti della vita urbana. Da una parte, l’innovazione tecnologica e l’adozione di pratiche sostenibili possono guidare il cambiamento. Dall’altra, la sensibilizzazione e l’educazione ambientale giocheranno un ruolo cruciale nel modificare le abitudini quotidiane dei cittadini.
L’obiettivo è quindi quello di accelerare la transizione verso pratiche più sostenibili, riducendo significativamente le concentrazioni di inquinanti atmosferici e allineandosi agli standard dell’OMS per garantire un ambiente più salubre.
Basti considerare che se il 2030 arrivasse domani, il 69% delle città italiane sarebbe fuori legge per i livelli di PM10, l’84% per i livelli di PM2,5 e il 50% per il NO2.
Le città più inquinate d’Italia: la situazione attuale
Sono ben 18 le città che superano i limiti consentiti per il PM10. Il confronto tra i dati raccolti nel 2023 e gli anni precedenti mostra un miglioramento graduale, ma insufficiente. Città come Frosinone, Torino, e Treviso emergono come le più colpite.
Nonostante questo, il progresso verso i limiti più stringenti previsti per il 2030 è lento, con molte città che rischiano di rimanere fuorilegge rispetto ai nuovi standard europei e a quelli ancor più rigorosi raccomandati dall’OMS.
Di seguito la classifica completa, con accanto alla città il numero dei giorni di sforamento nel 2023:
CITTÀ | GIORNI DI SFORAMENTO (MAX. 35 PER LEGGE) |
Frosinone | 70 |
Torino | 66 |
Treviso | 63 |
Mantova | 62 |
Padova | 62 |
Venezia | 62 |
Rovigo | 55 |
Verona | 55 |
Vicenza | 53 |
Milano | 49 |
Asti | 47 |
Cremona | 46 |
Lodi | 43 |
Brescia | 40 |
Monza | 40 |
Alessandria | 39 |
Napoli | 36 |
Ferrara | 36 |
Come ridurre l’inquinamento secondo Legambiente
Per contrastare l’inquinamento atmosferico, per Legambiente è fondamentale adottare un approccio multifattoriale, che include la promozione della mobilità sostenibile, il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, l’innovazione nei processi industriali e pratiche agricole e di allevamento più sostenibili. Queste azioni, insieme all’impegno congiunto di enti governativi, aziende e cittadini, possono significativamente migliorare la qualità dell’aria urbana.
Legambiente enfatizza poi l’urgenza di misure concrete come l’investimento in trasporti pubblici e mobilità elettrica, la riduzione delle emissioni da riscaldamento domestico e la minimizzazione delle emissioni in agricoltura. Attraverso la campagna “Città2030”, l’associazione mira a stimolare il dibattito e l’azione per una mobilità urbana sostenibile in Italia, evidenziando l’importanza di raggiungere gli obiettivi di qualità dell’aria entro il 2030 per proteggere la salute pubblica e contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico.