Nel tumulto del 1849, la Repubblica romana subì l’attacco delle truppe francesi, inviate in difesa dello Stato Pontificio. Sulle colline del Gianicolo, i volontari si batterono strenuamente, tra di loro c’era anche il patriota Goffredo Mameli, autore del “Canto degli italiani”, che diventerà poi l’inno nazionale d’Italia.

Come è morto Goffredo Mameli?

Mameli morì a Roma a soli 21 anni a causa della setticemia.

Nel gennaio 1849, dopo la fuga di Pio IX da Roma, Mameli si impegnò nella difesa della Città Eterna dall’assedio francese, combattendo al fianco di Bixio e Garibaldi.

Il 3 giugno 1849 Mameli rimase ferito alla gamba sinistra. Nonostante l’amputazione della gamba, morì il 6 luglio dello stesso anno, a soli 22 anni.

Esistono due versioni note di questo evento: una suggerisce che Mameli sia stato ferito accidentalmente dalla baionetta di un compagno d’arme, mentre l’altra, più diffusa e riconosciuta, sostiene che abbia subito un colpo di fucile francese.

Fu trasportato dai suoi compagni all’ospedale di Trinità dei Pellegrini, dove il medico Pietro Maestri lo visitò e si occupò delle cure. Le sue condizioni si rivelarono subito gravi.

Goffredo Mameli: causa morte

Il problema principale emerse con l’insorgere della gangrena, notata da Maestri quattro giorni dopo l’incidente. Quando Bertani vide per la prima volta la gamba di Goffredo Mameli il 19 giugno, la gangrena si era estesa fino a quattro dita sotto al ginocchio. Dopo un consulto con Maestri e altri medici, si prese la decisione di procedere con l’amputazione. L’operazione fu eseguita dal chirurgo Paolo Maria Baroni e fu valutata positivamente da Bertani per la modesta perdita di sangue e la corretta chiusura del moncone.

Tuttavia, la sopravvenuta infezione si rivelò inarrestabile, peggiorando progressivamente e portando alla morte di Mameli il 6 luglio 1849 alle 7.30 del mattino, all’età di 21 anni, nell’ospizio di Trinità dei Pellegrini.