Oggi, lunedì 12 febbraio 2024, si celebra la Giornata mondiale dell’epilessia, una ricorrenza dedicata all’attività di sensibilizzazione per l’opinione pubblica. L’epilessia è una condizione neurologica che colpisce circa 50 milioni di persone presenti sulla terra. L’evento di oggi serve a promuovere la conoscenza riguardo tale argomento e a sfatare molti falsi miti che circolano ancora.
Giornata mondiale dell’epilessia 12 febbraio 2024: la storia e il significato
La Giornata mondiale dell’epilessia si tiene ogni anno il secondo lunedì del mese di febbraio. Si tratta di un evento molto importante finalizzato a promuovere in oltre 130 Paesi (tra cui l’Italia) maggior consapevolezza e informazioni più dettagliate riguardo a tale condizione neurologica.
La ricorrenza serve anche ad informare la popolazione internazionale sulle cause, sui sintomi, sui trattamenti e sulle diverse forme di epilessia. Come dicevamo all’inizio inoltre ci sono ancora tanti falsi miti che ci circondano e che vanno invece contrastati.
Ogni anno, in questa Giornata, in tutto il mondo si organizzano eventi istituzionali, ma anche appuntamenti ed iniziative che coinvolgono scuole, gruppi, istituti, onlus e semplici cittadini e cittadine con le loro famiglie.
È importante porre l’attenzione sui pazienti, ma anche sui loro familiari e sulle persone che si prendono cura di persone che si trovano in questa condizione clinica.
Nel nostro Paese esiste un’associazione molto importante che è l’Associazione italiana epilessia, la quale ci ricorda che è in vigore il Piano di azione globale la decennale l’epilessia e altri disturbi neurologici dell’Oms.
Gli obiettivi del 2031
Tale piano esiste dal 2022. Prevede il raggiungimento di una serie di obiettivi entro il 2031. Sicuramente i principali scopi sono espandere la conoscenza riguardo l’epilessia, rafforzare il sistema sanitario pubblico, colmare lacune ancora ampiamente diffuse e lavorare per l’inclusione delle persone affette da tale malattia neurologica.
Entro il 2031 si vuole raggiungere una copertura dei servizi che sia del 50% in più rispetto a quella del 2021. Si vuole inoltre fare in modo che l’80% dei Paesi del mondo avrà sviluppato o aggiornato la propria legislazione in merito alla protezione dei diritti delle persone con epilessia.
Per raggiungere questi gol bisogna in primo luogo espandere la conoscenza e combattere tabù e pregiudizi. Bisogna agire nelle scuole, nei posti di lavoro, nei luoghi religiosi, negli spazi del tempo libero e molto altro ancora.
Che cos’è l’epilessia?
Come si legge sul sito del Gruppo San Donato, l’epilessia è una malattia neurologica caratterizzata dal ripetersi nel tempo delle cosiddette “crisi epilettiche”. Queste sono delle manifestazioni improvvise involontarie caratterizzate da contrazioni e spasmi muscolari.
Sono di breve durata e spesso comportano anche la perdita momentanea di coscienza. Esse avvengono nel cervello che viene raggiunto da una scarica neuronale cerebrale. Come ha specificato il professore Cesare Maria Cornaggia, responsabile dell’Unità Semplice di Neuroriabilitazione Cognitiva degli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza, si Tratta di una malattia antica presente da secoli, se non addirittura millenni.
Fino a non molti anni fa era considerata come inguaribile. Gli studi più recenti invece hanno dimostrato che la patologia è curabile e le persone che ne sono affette possono condurre una vita del tutto normale, tenendo l’epilessia sotto controllo.
Le cause possono essere varie. Si va dalla predisposizione genetica alle lesioni della corteccia celebrale che possono essere causate da traumi cranici, ictus, eventi emorragici, tumori, angiomi e così via.
Anche i sintomi e i segnali di allarme possono essere vari. Questi dipendono dal tipo di epilessia. Per avere una diagnos bisogna fare riferimento a medici e professionisti del settore.
Solo in seguito ad approfondite analisi e visite è possibile avere un quadro completo della patologia. Sul sito del Gruppo San Donato, sempre il dottor Cesare Maria Cornaggia ha riportato un dato molto incoraggiante.
Si ritiene che il 75-80% delle persone con epilessia riescono ad arrivare ad un completo controllo delle crisi.