Franco Califano fu arrestato due volte. La prima nel 1970, quando il cantautore romano finì in carcere per possesso di stupefacenti, insieme all’attore Walter Chiari.

La seconda volta Califano fu arrestato nel 1983, incastrato dallo stesso pentito che accusò ingiustamente Enzo Tortora nell’ambito dell’inchiesta sulla Nuova Camorra Organizzata.

Franco Califano: perché è stato arrestato?

Nel 1983, i Carabinieri fecero irruzione nella villa di Califano nel quartiere romano di Primavalle, prendendolo in custodia con l’accusa di associazione per delinquere di stampo camorristico e traffico di stupefacenti. Califano fu arrestato e portato in carcere.

Le dichiarazioni di ex pentiti accusarono il Califfo di aver spacciato cocaina negli ambienti dello spettacolo per conto dell’organizzazione. Nel 1978, avrebbe persino cantato a una festa dedicata al boss Cutolo, ricevendo 250 grammi di cocaina come compenso.

Califano dichiarò su questa delicata vicenda: “Sono stato dichiarato camorrista dall’oggi al domani. È assurdo! Non ho mai conosciuto uno dei miei coimputati. Facevo spettacoli dappertutto, posso averne fatto uno anche per Cutolo, fatto sta che Cutolo ai miei spettacoli non c’è mai stato. Posso aver fatto uno spettacolo in un locale di proprietà di un camorrista, ma chi poteva saperlo? Io bado soltanto ai contratti, ai soldi, e canto. Basta così.”

Franco Califano: quanto tempo è stato in carcere?

Califano passò in carcere alcuni mesi dopo l’arresto del 1970, mentre in seguito all’arresto del 1983 trascorse in cella oltre tre anni.

Le accuse di associazione a delinquere di stampo camorristico e traffico di stupefacenti segnarono la vita e la carriera dell’artista. Durante il processo, venne assolto perché il “fatto non sussiste”. Califano non nascose mai l’amicizia con Turatello ma si dichiarò sempre innocente ed estraneo ad ogni vicenda.

L’arresto, tuttavia, ebbe un impatto profondo sulla sua vita, e in un’antica intervista ammise: “Non escludo di ritrovarmici ancora in questo paese di merda, non escludo di ricadere in una trappola, te l’assicuro. Perché quando capiti in un ingranaggio, in questo schifo di paese che si dice civile…”.

Diversi anni dopo, il suo accusatore Gianni Melluso ai microfoni dell’Espresso, confessò di aver inventato tutto: “Devo chiedergli perdono, perché oltre a essere innocente, è stato al mio fianco in serate indimenticabili alle quali partecipava il boss Francis Turatello. Califano è padrino di battesimo di suo figlio. Consumava cocaina, amava fare la bella vita e si circondava di donne, ma non è mai stato uno spacciatore: soltanto un grande artista che la camorra mi aveva chiesto di screditare”.