Dopo l’aumento delle pensioni avvenuto all’inizio dell’anno a causa della rivalutazione in base al costo della vita (senza conguaglio previsto all’inizio del prossimo anno), si prospetta un altro incremento a partire da aprile 2024.

Tuttavia, questa volta non sarà esteso a tutti i pensionati. L’aumento delle pensioni previsto per aprile, come confermato dall’INPS, dipende dall’implementazione delle nuove aliquote fiscali, beneficiando esclusivamente coloro che rientrano in una specifica fascia di reddito.

Aumento pensioni aprile 2024, a chi spetta?

Con la recente riforma fiscale approvata nella legge di Bilancio, le aliquote Irpef per il reddito compreso tra 15 mila e 28 mila euro, che era del 25% nel 2023, sarà ridotta al 23% nel 2024 (almeno per quest’anno).

In confronto all’anno precedente, ciò implica un minor pagamento di imposte sulle pensioni, traducendosi in un importo netto più elevato a parità di importo lordo. Al momento, l’INPS continua a utilizzare le vecchie aliquote Irpef, causando il versamento di un’imposta più elevata rispetto a quella effettivamente dovuta.

Questa situazione riguarda esclusivamente coloro che percepiscono una pensione superiore a 15 mila euro (senza superare la soglia dei 50 mila).

Le nuove aliquote Irpef, sebbene non siano ancora presenti nel cedolino di pensione, saranno presto introdotte, come annunciato dall’INPS, il quale ha indicato la data per il ricalcolo e ha confermato che saranno erogati anche gli arretrati in seguito all’applicazione delle nuove regole.

L’INPS ha risposto alla domanda su quando avverrà la riduzione delle tasse sulle pensioni attraverso una guida specifica sul cedolino di pensione relativo al rateo di febbraio. Dettagliando le voci dell’assegno già corrisposto nel mese in corso, è stato precisato che le nuove aliquote Irpef, portatrici di un vantaggio la cui entità varia in base all’importo della pensione, saranno implementate a partire da aprile 2024.

Nello stesso contesto, saranno liquidati gli arretrati relativi alle mensilità di gennaio, febbraio e marzo. Tuttavia, le eventuali modifiche alle addizionali regionali e comunali saranno applicate solo con il conguaglio di fine anno.