Superbonus, arriva lo sblocco della cessione dei crediti d’imposta per un’altra regione italiana. I nuovi sconti sui lavori agevolati del Lazio, effettuati da imprese con sede nella regione e su immobili ubicati ne relativo territorio, in virtù dell’approvazione della delibera della norma (che era stata licenziata il 27 settembre 2023, approdando a un iter non esente da difficoltà), riconosce la possibilità di far ricircolare i bonus rientranti nel perimetro regionale.
Ruolo centrale lo avranno, per l’attuazione della cessione dei crediti, l’Associazione bancaria italiana (Abi) e Cotral, l’impresa regionale che dovrà procedere – in attesa delle altre – all’acquisto dei bonus da dare in compensazione con le imposte dovute. L’operatività della legge della Regione Lazio arriva a breve termine di distanza dal nuovo schema di accordo della Regione Friuli Venezia Giulia che, proprio negli ultimi giorni, è arrivata a un accordo con Intesa Sanpaolo per la cessione dei crediti d’imposta rimasti incagliati.
Superbonus, arriva lo sblocco della cessione crediti per un’altra regione: nuovi sconti pronti a essere acquisiti
Diventa operativa la nuova legge della Regione Lazio per lo sblocco dei crediti d’imposta rimasti incagliati e relativi a interventi di ristrutturazione e di efficientamento energetico agevolati dal superbonus. La giunta regionale, infatti, ha approvato la delibera di attuazione della norma – che era stata licenziata a fine settembre scorso, nel periodo in cui molte regioni avevano preso esempio dalla legge 20 della Basilicata – dando un colpo di spugna ai bonus regionali rimasti incagliati per effetto del decreto 11 del 17 febbraio 2023. Il decreto di un anno fa, infatti, stabiliva la fine della circolazione dei crediti d’imposta e degli sconti in fattura a partire da quella data, con conseguente incagliamento dei bonus stessi.
Cosa prevede la legge regionale per lo sblocco dei bonus
Con la nuova legge regionale, anche nel Lazio potranno ripartire gli acquisti dei crediti per lavori in superbonus, con successiva compensazione dei bonus con le imposte. La legge, che ha come primo firmatario Daniele Sabatini di Fratelli d’Italia, si regge in particolare sul ruolo dell’Associazione bancaria italiana (Abi) e dell’impresa di trasporti Cotral.
Ma, in virtù del provvedimento arrivato, anche altri enti e società controllate dalla Regione Lazio potranno accedere all’operazione di acquisizione dei superbonus a condizioni vantaggiose per poi procedere con la compensazione. Per effetto di questo circolo di operazioni, si consente soprattutto alle banche di poter cedere i crediti detenuti nei propri cassetti e di procedere, via via, ad altre acquisizioni, in particolare dai soggetti che, ad oggi, non sanno a chi vendere i propri bonus.
Superbonus, sblocco cessione crediti 2024: ecco le modalità di vendita degli sconti
Tra le regole fissate per l’acquisto dei crediti d’imposta del superbonus, vige la competenza regionale delle agevolazioni stesse. I crediti d’imposta devono derivare da lavori del bonus 110% o 90%, effettuati da imprese con sede nella regione Lazio e a favore di edifici situati nella regione. Lo schema, dunque, può essere replicato con altri enti pubblici economici e società non comprese nel perimetro delle amministrazioni pubbliche.
In Friuli Venezia Giulia accordo con Intesa Sanpaolo per la cessione dei bonus edilizi
La legge della Regione Lazio arriva a pochi giorni di distanza dall’accordo firmato dal Friuli Venezia Giulia con Intesa Sanpaolo per la cessione dei crediti d’imposta relativi al superbonus, rimasti bloccati dalla normativa in materia.
L’accordo si è reso necessario per arrivare a una soluzione dell’attuale situazione relativa alla circolazione dei bonus edilizi a danno di imprese e professionisti che, dopo aver applicato lo sconto in fattura e acquisito il credito fiscale, non riescono più a disfarsene per rientrare dell’investimento effettuato in lavori di efficientamento energetico e di ristrutturazione. Il blocco deriva dalla congestione del sistema – in primo luogo di quello bancario – che non riesce più ad assorbire ulteriori crediti di imposta.
Con l’accordo si spinge per la vendita dei crediti d’imposta all’istituto bancario che poi procedere con la compensazione mediante modello F24 delle relative imposte.