In Europa, per aumentare la produzione di energia elettrica rinnovabile e sostenere la transizione energetica con gli impianti istallati in mare aperto, è necessario realizzare nuove reti elettriche offshore.

Nel vecchio continente, in base ai dati pubblicati nel report energetico della commissione europea, nel 2022 sono stati generati duemila seicentoquarantuno Tera – Watt / ora di energia elettrica.

Analizzando i dati del mix energetico di Bruxelles, il 39,4% dell’energia elettrica prodotta è stato generato dalle fonti rinnovabili, il 38,7% con le fonti fossili e il 21,9% con il nucleare.

Un risultato che ha permesso all’Europa, con gli investimenti economici stanziati per finanziare le nuove istallazioni per la produzione di energia elettrica rinnovabile, di ottenere un risultato importante per la transizione energetica.

Nei prossimi decenni, per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e sviluppare un modello energetico sostenibile, è fondamentale investire nelle tecnologie per la produzione di energia rinnovabile offshore.

Bruxelles, con ottocento miliardi di euro d’investimento nella strategy on offshore renewable energy – strategia sull’energia rinnovabile in mare, ha l’obiettivo di realizzare, entro il 2050, trecentoquaranta Giga – Watt di nuove istallazioni a largo delle coste.

Per l’Europa, impegnata nella transizione energetica, oltre alle nuove istallazioni d’impianti per la produzione di energia elettrica green è fondamentale realizzare nuove reti elettriche offshore.

Dal piano di valutazione sviluppato dall’associazione ENTSO-E, la rete europea degli operatori dei sistemi di trasmissione dell’energia elettrica, il vecchio continente dovrà stanziare quattrocentotre miliardi di euro per realizzare le infrastrutture energetiche in mare aperto.

Le nuove reti elettriche offshore garantiranno la connessione, tra i nuovi impianti per la produzione di energia elettrica rinnovabile istallati in mare aperto e il sistema elettrico europeo.

L’Europa, con la nuova infrastruttura energetica, ha la possibilità di plasmare un modello energetico sostenibile e resiliente.

Dal mare una risorsa fondamentale per la transizione energetica dell’Europa

Con la strategia sull’energia rinnovabile in mare, sviluppata dall’Europa per sostenere la transizione energetica aumentando la produzione di energia rinnovabile in mare, le reti elettriche offshore sono infrastrutture energetiche che assumono un ruolo fondamentale.

Le reti elettriche, affinché il vecchio continente possa sviluppare un modello energetico sostenibile, dovranno essere realizzate per garantire una connessione tra il sistema elettrico europeo e gli impianti per la produzione di energia elettrica offshore.

Analizzando i dati forniti dalla commissione europea, relativi all’integrazione nel mix energetico del vecchio continente dell’energia rinnovabile prodotta in mare, si osserva un trend in costante crescita.

L’eolico offshore e i sistemi di conversione dell’energia mareomotrice sono le tecnologie rinnovabili più utilizzate e con maggiori istallazioni.

Nel 2020, con dodici Giga – Watt di energia elettrica rinnovabile generata con l’eolico offshore, Bruxelles aveva una limitata capacità di produzione in mare aperto.

Con ottocento miliardi di euro stanziati per la strategy on offshore renewable energy – la strategia sull’energia rinnovabile in mare aperto, l’Europa ha stabilito obiettivi ambiziosi che permettono di sostenere la transizione energetica, anche attraverso la realizzazione di nuove reti elettriche.

Nel 2030, con la strategia sviluppata per la produzione di energia rinnovabile in mare aperto, Bruxelles ambisce a ottenere sessanta Giga – Watt di nuove istallazioni con la tecnologia eolica e un Giga – Watt con i sistemi per la conversione dell’energia mareomotrice.

Per il 2050, anno in cui l’UE ha fissato l’obiettivo della de-carbonizzazione, il vecchio continente dovrà raggiungere l’ambizioso traguardo di trecento Giga – Watt di nuove istallazioni con l’eolico offshore e quaranta Giga – Watt con i sistemi per l’energia mareomotrice.

Con una previsione di trecentoquaranta Giga – Watt di nuove istallazioni offshore, necessarie per sostenere la transizione energetica anche attraverso l’energia elettrica rinnovabile generata in mare, l’Europa ha bisogno di una rete elettrica resiliente.

Reti elettriche offshore, un’infrastruttura energetica fondamentale

La rete elettrica dell’Europa, attraverso collegamenti elettrici sottomarini, è connessa con il sistema elettrico della Norvegia e dell’Inghilterra.

Questi collegamenti, oltre a garantire i flussi energetici d’import ed export tra i paesi, contribuiscono a stabilizzare condizioni operative delle reti elettriche, sfruttando al meglio le risorse energetiche disponibili.

La connessione elettrica tra il Regno Unito, collegato al continente europeo attraverso un’interconnessione subacquea con la Francia e i Paesi Bassi, l’Europa e la Norvegia, forma un sistema elettrico che garantisce una notevole stabilità energetica ai paesi.

La rete elettrica offshore necessaria per sostenere la transizione energetica, considerata l’interconnessione elettrica tra l’Europa, il Regno Unito e la Norvegia, dovrà essere dimensionata anche in base alle previsioni che si riferiscono alle nuove istallazioni in mare aperto, programmate dall’UK e dalla Norvegia.

Entro il 2050, con parchi eolici offshore e i sistemi per la conversione dell’energia mareomotrice, il Regno Unito e la Norvegia istalleranno centocinquantasei Giga – Watt di nuove istallazioni per la produzione di energia elettrica rinnovabile.

Sommando i trecentoquaranta Giga – Watt di nuove istallazioni offshore dell’Europa con i centocinquantasei Giga – Watt realizzati dal Regno Unito e dalla Norvegia, si ottiene una previsione di quattrocentonovantasei Giga – Watt di nuove istallazioni in mare aperto.

Secondo il piano di valutazione fornito dall’associazione ENTSO-E, la rete europea degli operatori dei sistemi di trasmissione dell’energia elettrica, per garantire la connessione delle nuove istallazioni offshore dell’Europa, del Regno Unito e della Norvegia necessaria per la transizione energetica, bisogna realizzare nuove reti elettriche in mare aperto.

Entro il 2050, con quattrocentotre miliardi di euro d’investimento, bisognerà realizzare reti elettriche offshore per una lunghezza compresa tra quarantottomila e cinquantaquattromila chilometri.

Le reti elettriche, sviluppate in sinergia con le istallazioni offshore, permetteranno di plasmare un sistema energetico sostenibile per l’Europa, il Regno Unito e la Norvegia.

Sostenibilità ambientale e sicurezza energetica.

L’Europa, attraverso l’implementazione di nuove reti elettriche offshore, ha la possibilità di raggiungere gli obiettivi stabiliti con la strategy on offshore renewable energy.

L’infrastruttura elettrica, con una lunghezza compresa tra i quarantottomila e i cinquantaquattromila chilometri e con un investimento stimato di quattrocentotre miliardi di euro, permette d’integrare un numero maggiore d’impianti per la produzione di energia elettrica in mare aperto.

Il vecchio continente, con un mix energetico orientato verso le fonti energetiche rinnovabili, ha la possibilità di ridurre sia la dipendenza dalle fonti energetiche fossili, sia le emissioni inquinanti.

Bruxelles, aumentando le nuove istallazioni d’impianti per la produzione di energia elettrica rinnovabile, può aumentare la sicurezza energetica europea mitigando gli effetti dei cambiamenti climatici.

In Europa, le nuove reti elettriche offshore, permetteranno di raggiungere gli obiettivi della transizione energetica, garantendo la sostenibilità ambientale e la sicurezza energetica.