Era il 10 febbraio del 1953 quando in Italia nacque l’Ente nazionale idrocarburi, meglio noto come Eni, che cambiò radicalmente il nostro Paese sotto vari punti di vita: la sua nascita portò a modifiche significative in diversi settori. A capo vi era Enrico Mattei, imprenditore scomparso poi nel 1962 in circostanze misteriose.
Eni: la nascita e lo sviluppo della società
Oggi Eni è una S.p.a. avviata alla privatizzazione ma nel 1953, al momento della nascita era un Ente istituito al fine di garantire allo Stato italiano una precisa e dettagliata riorganizzazione del sistema delle fonti di energia.
Così, il 10 febbraio, una legge diede vita all’Ente pubblico. L’obiettivo era appunto quello di guidare la politica energetica nel nostro Stivale. A capo era il noto Enrico Mattei, imprenditore, deputato ed ex partigiano che, di fatto, fu uno dei principali uomini che guidò il boom economico di quegli anni.
Negli anni poi sono cambiate tante cose. Dal 1995 Eni è quotata in Borsa. Ciò le ha permesso di diventare una Global Energy Tech Company. Nel 2014 ha iniziato il suo percorso per rispondere alla transizione energetica.
Oggi l’obiettivo della società è quello della neutralità carbonica. La società è in continuo cambiamento e cerca sempre di rispondere alle necessità moderne, affrontando sfide e aprendosi alle novità.
Le origini dell’Ente
Come abbiamo detto, Eni nacque con una legge: la numero 136 del 10 febbraio 1953. Fu senza dubbio determinante l’appoggio di importanti personalità politiche come Alcide De Gasperi nel lungo dibattito parlamentare.
Di fatto, con tale legge, si dava all’Ente il monopolio nella ricerca e nella produzione degli idrocarburi nella Pianura Padana.
La società aveva il non facile compito di promuovere ed intraprendere iniziative ed attività di interesse nazionale nei settori degli idrocarburi e del gas naturale. I finanziamenti erano molto ingenti. La sua importanza crebbe sempre di più.
A capo c’era Enrico Mattei, imprenditore ed ex parlamentare della Democrazia Cristiana, classe 1906. Egli si fece subito notare per la sua intraprendenza, suscitando ammirazioni e simpatie, ma anche invidie e critiche.
Mattei non fece solo ricerca e estrazione di idrocarburi, ma creò anche progetti per allagarsi ed espandersi toccando vari settori. Iniziò, ad esempio, a stringere relazioni con i Paesi africani per lo sfruttamento di giacimenti petroliferi.
Il suo potere e quello di Eni diventarono sempre più rilevanti. Di fatto, con la sua politica energetica, il capo dell’Ente diventò comunque un personaggio, per alcuni, “scomodo”.
Il 27 ottobre del 1962 Enrico Mattei morì in un incidente aereo in circostanze misteriose: ancora oggi è giallo sulla sua morte, avvenuta nei pressi di Bascapé, nella campagna Pavese. La scomparsa dell’imprenditore segnò inevitabilmente la società che lui stesso guidava.
Dopo la sua morte, si decise di attuare un tipo di politica diversa basata questa volta non solo sulla ricerca e sull’estrazione assidua, ma anche sul mantenimento di rapporti commerciali con altri gruppi e Paesi. Certo, non mancarono conflitti e momenti le crisi.
Gli sviluppi negli anni
Nel 1973 l’Ente dovete fare i conti con uno shock petrolifero e un’ingente aumento del prezzo del petrolio. Negli anni ’80 ci furono, sotto la presidenza di Franco Reviglio, importanti cambiamenti per risollevare le sorti della società.
Nel 1992 Eni diventò una Società per Azioni con decreto legge numero 333 dell’11 luglio dell’allora Governo Amato. Nel ’95 entrò in Borsa, in quella di Milano e in quella di New York. Nel 2007 ha firmato un accordo con l’Istituto Donegani per sviluppare nuove tecnologie che riguardavano le energie rinnovabili.
Nello scorso decennio ha creato vari poli di energia pulita, bioraffinerie e impianti fotovoltaici. Infine un altro anno molto importante fu il 2020. La società ha dato vita ad un grande progetto per la decarbonizzazione delle attività industriali. È stata così premiata come la migliore compagnia petrolifera dell’energia sostenibile.