Il riconoscimento di una malattia come professionale avviene quando la sua origine è attribuibile all’attività lavorativa o all’ambiente di lavoro.
Tuttavia, la questione è complessa: una malattia professionale può manifestarsi anche molti anni dopo la conclusione del rapporto di lavoro, e stabilire se la patologia può essere indennizzata dall’INAIL non è sempre un processo agevole.
Ciò che distingue una malattia professionale da altre patologie è proprio il legame con l’INAIL. È infatti l’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro ad essere responsabile per l’indennizzo del lavoratore, analogamente a quanto avviene per gli incidenti sul luogo di lavoro.
Quando una malattia si considera professionale?
Il concetto di malattia professionale si riferisce a una patologia che si sviluppa a causa dell’attività lavorativa, conosciuta anche come tecnopatia. Questo presuppone che il rischio sia derivato in modo graduale dalle attività lavorative ripetute nel tempo. Si caratterizza per un’impatto lento sull’organismo, non violento e distribuito nel corso del tempo.
La diagnosi di una malattia professionale può anche prendere in considerazione le cause extraprofessionali che potrebbero aver contribuito all’insorgenza della patologia, a condizione che non siano l’unico elemento responsabile dell’affezione.
È essenziale distinguere la malattia professionale dalla malattia comune, che solitamente non è correlata al lavoro, come nel caso della sindrome influenzale. Inoltre, è differente dagli infortuni, che rappresentano eventi traumatici che si verificano durante l’orario di lavoro, in modo repentino e concentrato nel tempo.
La malattia professionale di solito non ha una rapida evoluzione; al contrario, i segni e i sintomi si manifestano lentamente e progressivamente nel tempo. Questa lentezza nella comparsa dei sintomi rende spesso difficile una diagnosi tempestiva.
Va notato che la malattia professionale può considerarsi “iniziata” dal primo giorno in cui un individuo non si presenta al lavoro a causa di un motivo correlato a ciò che sarà successivamente confermato come malattia professionale.
Diagnosi di malattia professionale
Il processo di diagnosi per una malattia professionale può risultare lungo, principalmente a causa del periodo prolungato in cui l’individuo deve essere esposto al rischio prima che si manifestino segni e sintomi specifici correlati al suo lavoro.
Un esempio rilevante è la silicosi, una malattia polmonare progressiva derivante da un’esposizione prolungata al biossido di silicio. Le persone esposte a questa sostanza sviluppano sintomi polmonari correlati alla silicosi solo dopo un’esposizione prolungata, non in modo traumatico, né tempestivo, né a breve termine.
Quando sorge il sospetto che i segni e sintomi possano essere legati all’attività lavorativa, è fondamentale che l’individuo si rivolga al medico curante. In genere, è il medico stesso che richiede tutti gli esami necessari per verificare se la causa sia effettivamente di natura lavorativa.
Malattie professionali tabellate e non tabellate: L’INAIL ha creato tabelle che elencano numerose malattie professionali, riconoscendo una causa di servizio per ciascuna. In generale, le malattie professionali sono suddivise in categorie tabellate e non tabellate.
Malattie professionali tabellate:
- Sono elencate in apposite tabelle, con una specifica per l’industria e una per l’agricoltura.
- Esempi comuni includono la silicosi, l’asbestosi e le malattie legate all’esposizione a raggi X per il personale sanitario.
- Non è richiesto che il lavoratore dimostri la causa professionale.
Malattie professionali non tabellate:
- Non sono incluse in tabelle specifiche e richiedono che il lavoratore dimostri la correlazione con l’attività lavorativa.