Pandoshi si propone di realizzare l’originaria visione di Satoshi Nakamoto, focalizzando i suoi sforzi in direzione di decentralizzazione, privacy e alla democrazia finanziaria. Contrariamente a Bitcoin, però, il protocollo ha deciso di varare una DAO (Decentralized Autonomous Organization) per riuscire a rendere effettiva la decentralizzazione, compromessa in BTC dalla concentrazione del mining in poche mani.
L’obiettivo in questione viene portato avanti con la creazione di un ecosistema popolato da DEX (Decentralized Exchange), wallet e ogni altro componente il quale possa risultare decisivo per dare vita ad un’esperienza realmente proficua, per gli utenti. Tanto da allargare il proprio raggio d’azione a metaverso e piattaforme rivolte all’educazione finanziaria.
Pandoshi: cos’è e cosa si propone
Tutti i progetti nati dopo Bitcoin, o quasi, non fanno mistero di richiamarsi alla visione di Satoshi Nakamoto, il suo creatore. In particolare, affermano di voler realizzare decentramento e reale democrazia finanziaria, alla stregua di un mantra.
Troppo spesso, però, nella realtà questi protocolli si dirigono nella direzione esattamente inversa, concentrando il potere decisionale in poche mani. Basta del resto vedere come il mining di BTC sia sempre più concentrato in poche mining farm, per capire lo stato effettivo delle cose.
Cercare di recuperare lo spirito originario del pensiero di Satoshi Nakamoto è lo scopo sbandierato anche da Pandoshi. Tanto da spingere molti a chiedersi cosa ci sia di vero in tale affermazione. Il progetto è stato lanciato nella parte finale del 2023 e ha presto richiamato molte attenzioni da parte di investitori ed esperti.
Se, infatti, in apparenza sembra una semplice meme coin, Pandoshi in realtà si propone come un ecosistema compiuto e popolato, a differenza degli altri token che operano in questa nicchia. Tanto da essere contrapposto non a Dogecoin, quanto a soluzioni come Shiba Inu, quelle che stanno andando nella stessa direzione.
Come funziona Pandoshi
Il primo motivo di originalità di Pandoshi è rappresentato dalla presenza di due token. Alla criptovaluta nativa, PAMBO, si affianca infatti un secondo coin, BAMBOO, che assume compiti completamente diversi.
Per quanto concerne PAMBO, si tratta del classico utility token, ovvero la moneta di servizio destinata ad alimentare le operazioni che avvengono on-chain. Viene infatti impiegato:
- per le attività le quali hanno luogo all’interno del framework Pandoshi, comprese le transazioni sulla rete di livello 2 PandaChain (rete Layer 2);
- all’interno del Metaverse Game;
- in qualità di mezzo transazionale nell’Università Pandoshi.
Per cercare di conseguire un approccio deflazionistico, PAMBO viene inoltre assoggettato ad un meccanismo buy-and-burn all’interno dell’exchange decentralizzato PandoshiSwap (DEX) e per l’acquisto delle carte prepagate Cardoshi. In pratica, i token vengono immessi in un portafogli senza chiavi private, venendo quindi definitivamente ritirati dalla circolazione. In tal modo viene ad essere ritirato l’80% dei token circolanti, con ovvie conseguenze positive sul prezzo.
Chi intende entrare in possesso di PAMBO può procedere al suo acquisto, oppure prendere parte alle iniziative ufficiali messe in campo all’uopo. Iniziative che diventeranno sempre più frequenti con l’avanzata dei lavori inerenti il protocollo.
Per quanto riguarda la tokenomics, l’offerta massima è posizionata a quota due miliardi di esemplari, tutti già emessi, escludendo in partenza l’ipotesi del mining. Un miliardo di PAMBO sono stati offerti in prevendita, mentre il resto è stato distribuito tra liquidità per i DEX e i CEX e per il sistema di incentivi.
Al token di servizio si va poi ad aggiungere BAMBOO, cui spetta il compito di operare alla stregua di token secondario all’interno dell’ecosistema. In particolare, serve a conferire ai suoi detentori la facoltà di partecipare ai processi di governo interni alla rete.
Diversamente da PAMBO, però, il token secondario è caratterizzato da un approccio inflazionistico, testimoniato dalla mancanza di un tetto all’offerta. Per entrarne in possesso occorre partecipare allo staking collaterale, altra caratteristica interessante di Pandoshi.
Il meccanismo in questione, prevede che il deposito di token per lo staking venga premiato con azioni proporzionali al valore puntato. I token BAMBOO impiegati nelle votazioni, sono a loro volta sottoposti a coin burning.
I piani per il futuro
Al momento, la prevendita di Pandoshi si trova nella terza fase, cui ne seguiranno altre due. Gli sviluppatori hanno inoltre reso noto su X, ex Twitter, che è ormai alle porte il lancio del Pandoshi Wallet. Il portafogli elettronico è in fase beta, in grado di ospitare tutte le blockchain presenti su Ethereum. nella sua fase successiva sarà reso compatibile anche con quelle esterne alla EVM. Sotto forma di applicazione, sarà disponibile sia in versione iOS che Android.
Anche i token non fungibili sono destinati ad entrare a far parte dell’ecosistema Pandoshi. Alcuni NFT saranno distribuiti a coloro che hanno sostenuto il protocollo nella sua fase iniziale, mentre è in programma un giveaway. che metterà in paio premi pari a 10mila dollari. Per partecipare, basterà stabilire un’interazione con social media come X, Telegram e Discord.