Cos’è il body shaming? Il body shaming è la derisione di una persona a causa del suo aspetto fisico. Si tratta di un fenomeno che esiste da sempre ma sta diventando sempre più diffuso anche grazie all’uso intenso dei social network.
Questa pratica di discriminazione può avere diverse sfaccettature, ma statisticamente il maggior numero di caso prende di mira le persone in sovrappeso. È proprio ciò che è successo alla cantante BigMama, in gara attualmente alla 74esima edizione del Festival di Sanremo.
La pratica del body shaming è ancor più sgradevole quando ad essere sbeffeggiato è un personaggio pubblico. Sembra infatti che i tantissimi utenti social si sentano autorizzati ad esternare il proprio giudizio negativo senza ritenersi responsabili delle conseguenze.
Quanto accaduto a BigMama è poi accresciuto dal fatto che a fare body shaming sia stata una trasmissione televisiva pubblica, Striscia la Notizia.
Il format di Canale 5 da sempre mette alla berlina i personaggi dello spettacolo con battute sempre in bilico tra l’ironia pungente e l’offesa.
Il body shaming è però considerato un reato penale, per questo motivo la RAI ha aperto una procedura disciplinare per accertare i fatti.
Cos’è il body shaming: chi viene preso di mira?
L’espressione internazionale per descrivere questa pratica può essere tradotta come “derisione del corpo”. La vittima viene così presa di mira e umiliata per alcune caratteristiche fisiche ritenute esteticamente sgradevoli.
Se, come per la cantante BigMama, il motivo della derisione è spesso l’obesità, anche altri dettagli del corpo vengono sbeffeggiati.
Si passa per esempio dalla calvizie all’eccessiva peluria sul corpo e sul viso, per arrivare anche a difetti fisici come la forma irregolare di naso e orecchie.
È ritenuto body shaming anche denigrare le dimensioni del pene, del seno, del sedere e addirittura lo stravagante colore di capelli adottato.
Alcuni episodi di body shaming possono riguardare disturbi estetici come l’acne e la psoriasi ma anche malformazioni genetiche e zoppie.
Le conseguenze del body shaming
Chi compie body shaming ritiene dunque che la persona oggetto di derisione possieda caratteristiche fisiche non adeguate ai canoni standard di bellezza. In un certo senso concepisce la vittima come diversa e per questo la discrimina.
Questo comportamento è poi paragonabile al bullismo. La vittima di body shaming quasi sempre può sviluppare perdita di autostima e un vero senso di inadeguatezza nella società.
Tale sensazione genera dunque uno stato di ansia e perenne vergogna e può determinare disturbi alimentari, depressione e tendenza al suicidio.
Il body shaming può colpire indistintamente uomini e donne, anche se le statistiche mostrano come sia maggiormente colpito il genere femminile specie nella fascia di età adolescenziale o giovanile.
Oggi poi il body shaming è accresciuto dai mass media e trova anche libero spazio attraverso i social network.
Cosa dice la legge
Legge italiana regolamenta il body shaming in base all’articolo 595 del codice penale. Qualora si rientri nelle casistiche più gravi, il reato di derisione viene punito con la reclusione fino ad un anno o con una sanzione fino a 1.032 euro.
La legge prevede poi l’aggravante di reiterazione e di esecuzione del reato attraverso internet e i social network.
Sebbene il body shaming abbia caratteristiche comuni con altre pratiche diffamatorie e con lo stalking, il codice penale lo considera un reato a sé stante.
Nei casi più gravi, al body shaming è associato anche il reato di istigazione al suicidio e prevede la reclusione se la pratica offensiva porta effettivamente alla morte della vittima o a lesioni gravi autoinflitte.
Chiunque si senta vittima di body shaming ha il diritto di presentare denuncia presso le autorità, che, dopo le necessarie indagini, individuerà e giudicherà l’autore del gesto.