Ha ucciso la moglie a coltellate e, dopo essersi barricato nella loro abitazione di San Giovanni a Teduccio, alla periferia di Napoli, si è tolto a sua volta la vita: ecco chi è Pasquale Pinto. Ex guardia giurata, lascia tre figli adolescenti, che al momento dei fatti erano assenti.

Chi è Pasquale Pinto, l’uomo che ha ucciso la moglie e si è suicidato

Pasquale Pinto, per tutti “Lino”, aveva 54 anni e fino a poco tempo fa lavorava come guardia giurata. Nella tarda mattinata di ieri, 8 febbraio, approfittando dell’assenza dei tre figli – i minori, di 14 e 16 anni, erano a scuola; il maggiore, di 18, in gita su una nave da crociera – ha ucciso a coltellate la moglie 48enne Ewa Kaminska, di origini polacche, barricandosi in casa e togliendosi a sua volta la vita dopo aver sparato dei colpi di pistola in strada.

Aveva capito di non avere scampo, perché i poliziotti intervenuti avrebbero presto fatto irruzione nella sua abitazione di San Giovanni a Teduccio, alla periferia di Napoli, fermandolo. Ad avvisarli erano stati i passanti, che avevano notato l’uomo urlare frasi sconnesse da una delle finestre della palazzina di via Testa e poi iniziare a sparare.

Sembra che soffrisse di depressione, ma che non avesse mai dato segni di pericolosità. Anzi, secondo chi lo conosceva era “uno tranquillo, che non dava problemi” e che si preoccupava sempre per la sua famiglia. “Deve aver perso la testa”, ha dichiarato ai microfoni dei giornalisti il titolare del bar situato di fronte al condominio in cui viveva, tra i primi ad accorgersi di ciò che stava succedendo.

Io ero già qui a lavoro, ho sentito gli spari, 4-5 colpi in aria. Sono uscito fuori, ho cercato di parlargli: ‘Lino che fai, posa quella pistola’. Niente, non c’è stato nulla da fare. Lui ha farfugliato qualcosa sul figlio in crociera, poi mi ha chiesto di chiamare la sorella. Dopo sono stato bloccato dalle forze dell’ordine e non ho più visto nulla,

ha raccontato a Napoli Today. Il sospetto è che avesse mal sopportato la perdita del suo lavoro: da qualche tempo, dopo la chiusura dell’istituto di vigilanza a cui era stato assegnato, era, infatti, disoccupato.

La ricostruzione dell’accaduto

Una volta giunti sul posto, i poliziotti avevano provato a parlargli e a convincerlo a consegnarsi senza farsi del male. Poi l’uomo si era barricato in casa, interrompendo ogni contatto con loro. Quando finalmente erano riusciti ad entrare nella sua abitazione, la tragica scoperta.

Il corpo di Pasquale Pinto giaceva senza vita accanto a quello della moglie Ewa Kaminska, che presentava una vistosa ferita da arma da taglio alla gola.

Purtroppo si è conclusa nel modo più tragico la mattinata. Sono stati momenti concitati e drammatici, gestiti però con assoluta professionalità dai colleghi che hanno operato alla perfezione adottando ogni mezzo nel tentativo di scongiurare il peggio. A loro va il nostro plauso, perché si sono distinti per coraggio e competenza pur di fronte a un pericolo grave e subdolo,

aveva fatto sapere il segretario generale vicario Fsp Polizia di Stato Stella Cappelli nel dare la notizia, mettendo in luce la necessità di un rinforzo, in termini di quantità, degli operatori in divisa che, soprattutto in città complicate come quella di Napoli, si ritrovano ogni giorno a dover fronteggiare situazioni delicate come quella di San Giovanni a Teduccio.

L’omicidio di Torre Annunziata

Appena due giorni fa a Torre Annunziata un pregiudicato 24enne era stato freddato a colpi di pistola da un uomo che gli si era avvicinato a bordo di uno scooter mentre si trovava davanti a una pasticceria situata a breve distanza dal Tribunale, morendo sul colpo davanti agli occhi inermi di diversi passanti.

Quando i soccorsi erano arrivati, per lui non c’era già più niente da fare. Stando a quanto ricostruito finora, sarebbe stato raggiunto da almeno sei o sette colpi. Un vero e proprio agguato, organizzato nei minimi dettagli da qualcuno con cui, probabilmente, aveva avuto dei dissapori e che voleva vendicarsi di lui.

Per risalire alla sua identità gli inquirenti stanno passando al setaccio le immagini delle telecamere di videosorveglianza installate nei pressi della scena del crimine. Ma starebbero anche indagando sul passato e sulle relazioni della vittima con l’aiuto della direzione distrettuale antimafia di Napoli.