Gli italiani, notoriamente inclini al risparmio, si trovano spesso a gestire liquidità consistente sui propri conti correnti, superando anche i 100.000 euro. Tuttavia, in un contesto di tassi di interesse prossimi allo zero, molti si interrogano sui rischi e sui benefici di mantenere somme così consistenti in banca.
Secondo l’Associazione Bancaria Italiana (ABI), il tasso medio totale dei depositi, compresi conti correnti, certificati di deposito e depositi a risparmio, è aumentato all’0,80%, rispetto allo 0,32% di giugno 2022. Anche il tasso sui depositi in conto corrente è salito all’0,40% ad agosto 2023, rispetto all’0,38% di luglio 2023.
Nonostante questi sviluppi positivi, il problema della liquidità improduttiva rimane, specialmente considerando l’erosione del potere d’acquisto causata da un’alta inflazione. Inoltre, superare la soglia dei 100.000 euro su un singolo conto corrente potrebbe comportare rischi in caso di fallimento o default della banca. Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) garantisce i depositi fino a 100.000 euro per ogni correntista in caso di fallimento bancario.
Cosa succede se si superano i 100.000 euro sul conto corrente?
Il mantenimento di una somma considerevole, come 100.000 euro, sul conto corrente comporta diversi costi, sia impliciti che concreti. Innanzitutto, il costo opportunità si riferisce alle opportunità di investimento e ai maggiori rendimenti che si potrebbero ottenere altrove. Tuttavia, ci sono anche costi reali da considerare, come il canone bancario e l’imposta di bollo. Il canone dipende dal tipo di conto e dai servizi associati, mentre l’imposta di bollo, fissata a 34,20 euro, si applica quando la giacenza media supera i 5.000 euro.
Un basso tasso di interesse su una somma elevata può coprire questi costi periodici, ma le banche potrebbero disincentivare la detenzione di liquidità e aumentare eventuali spese.
Per quanto riguarda gli investimenti, il panorama è in evoluzione. I conti deposito, solitamente considerati sicuri, offrono tassi interessanti per vincoli a breve, medio e lungo termine, arrivando anche al 6% per periodi prolungati. Alcune banche, come BBVA, stanno iniziando a remunerare il saldo dei conti correnti, offrendo un tasso del 4% lordo annuo senza spese per i nuovi clienti fino al 31 gennaio 2025. Questo rappresenterebbe un guadagno lordo di 4.000 euro su 100.000 euro in un anno.
Con l’aumento dei tassi deciso dalla BCE, anche i rendimenti dei conti deposito sono cresciuti, rendendoli attraenti anche per investimenti a breve termine. Alcune banche offrono tassi fino al 5% lordo annuo per vincoli di 12 mesi, garantendo un guadagno lordo di 5.000 euro su 100.000 euro, ovvero un guadagno netto di 3.500 euro dopo un anno. Questa opzione fornisce un investimento sicuro al riparo dalle fluttuazioni di mercato.