È possibile ricevere sia l’ADI (Assegno di Disabilità) che l’indennità di accompagnamento? A quanto ammonta l’indennità di accompagnamento? L’indennità di accompagnamento riduce l’Assegno di Inclusione? Riceviamo numerose domande riguardo alla possibilità di cumulare queste due misure. Esaminiamo insieme cosa stabilisce la legge.

Chi prende l’indennità di accompagnamento può prendere l’ADI?

Per rispondere in modo accurato a questa domanda, è essenziale comprendere che l’indennità di accompagnamento rappresenta un sostegno economico erogato su richiesta dall’Ente nazionale di previdenza sociale. Tale beneficio è destinato a coloro che sono mutilati o invalidi totali e che hanno dimostrato di essere impossibilitati a deambulare senza l’assistenza di un accompagnatore. Questa indennità è concessa anche in situazioni di incapacità a compiere le attività quotidiane essenziali.

L’introduzione di questo strumento nella vita dei cittadini mira a mitigare lo svantaggio sociale che possono incontrare gli individui con disabilità. È importante sottolineare che tale indennità non rientra nel calcolo del reddito e pertanto non può essere soggetta a espropriazione forzata.

A quanto ammonta l’accompagnamento?

 Nel 2024, l’indennità di accompagnamento è stata aggiornata, portando l’importo mensile erogato dall’INPS a circa 530,04 euro per dodici mensilità. È importante notare che anche per questo anno non è previsto il pagamento della tredicesima mensilità.

Non è permesso cumulare l’assegno di accompagnamento con altre forme di trattamenti economici assistenziali come l’invalidità di lavoro o l’indennità di frequenza. Tuttavia, è possibile cumulare l’indennità di accompagnamento con altre prestazioni economiche previdenziali assistenziali come la pensione civile, la pensione di inabilità, la pensione diretta e indiretta.

L’indennità di accompagnamento potrebbe risultare compatibile con l’Assegno di inclusione, considerando che il Reddito di cittadinanza lo era. In sostanza, i beneficiari dell’ADI potrebbero richiedere anche l’indennità di accompagnamento. Questa compatibilità è possibile poiché l’indennità di accompagnamento non viene considerata nel calcolo del reddito personale.

La normativa stabilisce che l’Assegno di inclusione sia calcolato al netto dei trattamenti assistenziali, mentre l’indennità di accompagnamento viene erogata in base ai requisiti sanitari confermati dalla Commissione ASL – INPS e non viene conteggiata nel reddito personale. Questa distinzione è fondamentale per permettere la cumulabilità tra le due misure.

L’indennità di accompagnamento riduce l’Assegno di inclusione?

 Come illustrato, l’Assegno di inclusione viene calcolato considerando il reddito familiare al netto delle prestazioni assistenziali. Queste ultime includono trattamenti che richiedono un certo livello di reddito familiare e il soddisfacimento di requisiti sanitari, come la pensione di invalidità e l’assegno di invalidità.

D’altra parte, l’indennità di accompagnamento è una prestazione economica assistenziale erogata su richiesta e non concorre alla determinazione del reddito. Inoltre, la presenza di questa indennità non influisce sulla richiesta o sull’importo dell’ADI.

In altre parole, l’importo dell’Assegno di inclusione rimane invariato anche con l’aggiunta dell’indennità di accompagnamento. Questo perché l’indennità di accompagnamento non viene considerata come parte del reddito del beneficiario dell’ADI.

Come funziona

Con l’introduzione dell’Assegno di inclusione al posto del Reddito di cittadinanza (Rdc) a partire dal 2024, è probabile che la situazione rimanga sostanzialmente invariata. La nuova misura è molto simile al Rdc, consentendo quindi la cumulabilità con l’indennità di accompagnamento e altre prestazioni assistenziali con le stesse caratteristiche descritte in precedenza.

Il potenziale problema potrebbe sorgere con la pensione di invalidità o altre forme di trattamenti assistenziali che richiedono il soddisfacimento del requisito reddituale. Potrebbe essere necessario rimodulare il calcolo del nuovo sussidio tenendo conto di queste prestazioni, il che potrebbe comportare una riduzione dell’importo del sussidio in presenza di una pensione di invalidità civile o simili.

Come spiegato in precedenza, il calcolo dell’Assegno di inclusione (ex Rdc) tiene conto del reddito familiare al netto delle prestazioni assistenziali. Ciò significa che l’importo del sussidio viene ridotto in base all’ammontare ricevuto come pensione di invalidità o altro tipo di assegno assistenziale che soddisfi i requisiti sanitari e reddituali.