Doppia scivolata a gamba tesa contro i club italiani, protagonisti Gary Neville e Roy Keane. Tornano indietro nel tempo i due ex Manchester United, quando ancora calcavano i campi da gioco. Una carriera dove spesso e volentieri hanno incontrato anche alcune squadre italiane nei loro cammini europei.
Ma i ricordi non sono belli, anzi. Entrambi hanno vuotato il sacco durante una puntata del podcast “The Overlap“, dove hanno puntato il dito contro “alcuni club non puliti“.
Gary Neville e Roy Keane contro i club italiani
Non le hanno mai mandate a dire. Una costante di Neville e Keane in campo così come adesso, dove entrambi parlano sempre senza avere mai peli sulla lingua. Tratto distintivo di due caratteri forti, e anche questa volta se ne è avuta la prova.
A finire in mezzo al polverone la Serie A, o meglio alcuni club italiani. Durante il podcast “The Overlap” infatti i due ex United sono tornati indietro con la memoria, per la precisione durante il loro periodo di attività tra gli anni ’90 e 2000, quando i Red Devils dominavano in lungo e in largo.
Anni in cui il Manchester ha avuto modo anche di incontrare alcuni club italiani tra Champions League e Supercoppa Europea come Inter, Juventus, Milan e Fiorentina. Partite che secondo Gary Nevile, avevano qualcosa che non andavano, e non nasconde i suoi dubbi.
“Ho affrontato squadre che non erano pulite”. Sette parole da detonazione pura, con l’ex terzino che ha poi continuato, mettendo sotto la lente d’ingrandimento il concetto di fatica: “Una volta sono uscito dal campo contro una squadra italiana e mi dicevo: “Mi dispiace, ma c’è qualcosa che non va“, e so che anche un atro paio di ragazzi la pensava come me”.
Una bomba vera e propria. Perchè il concetto è chiaro, Neville fa riferimento al doping, anche se evita di fare nomi: “Non posso fare nomi o accusare gente, ma quando ti guardi indietro e vedi cosa è uscito fuori con i medici in altri sport..”.
Dubbi e sospetti
A dare man forte al concetto di Gary Neville anche l’ex capitano del Manchester United Roy Keane, famoso oltre a questo anche per il calcione rifilato al padre di Erling Haland, Alf-Inge, durante il match contro il Leeds. che ha rincarato la dose andandoci pesante anche lui: “Io contro alcune squadre mi consumavo, uscivo distrutto. Poi guardavo gli avversari..un paio di club italiani..e loro sembrava non avessero neanche giocato la partita. Non voglio che sia una scusa, ma qualcosa non andava”.
Tradotto: se gli avversari riuscivano ad arrivare al triplice fischio senza mostrare segni di lotta così come i due in questione, allora vuol dire che qualcosa non andava. Accuse pesantissime, con la sensazione che sia la prima puntata di uno scambio d’accuse che potrebbe uscire fuori.