Blitz degli animalisti presso i Musei Capitolini a Roma con un’attivista d’eccezione, l’allieva della Rocco Siffredi Academy Maria Sofia Federico. La 19enne si è mostrata completamente nuda per protestare contro lo sfruttamento degli animali negli allevamenti e nei circhi in Italia.

Maria Sofia Federico nuda ai Musei Capitolini: il blitz degli animalisti di Ribellione Animale

Maria Sofia Federico, nota per aver partecipato al docu-reality Rai Il collegio e per essere entrata nell’università “del porno” di Rocco Siffredi, si è spogliata di fronte alla Lupa Capitolina restando completamente nuda.

Sul suo corpo lo slogan: “Milk is murder- Il latte uccide“. Altri due attivisti del movimento Ribellione Animale hanno lanciato delle finte ragnatele, di colore viola, sulla statua di Marco Aurelio, per poi incollarsi al suolo. L’azione è stata rivendicata sui loro canali social.

Questa mattina tre animali ribelli hanno svolto un’azione diretta nonviolenta ai Musei Capitolini a Roma. Quanto è assurdo scandalizzarsi per una persona senza vestiti e non per il modo in cui gli animali vengono uccisi e sfruttati? Quanto è assurdo scandalizzarsi di più per delle ragnatele su una statua che per la crisi climatica ed ecologica?

si legge sul post.

La protesta contro lo sfruttamento degli animali

Maria Sofia Federico e gli altri due attivisti hanno protestato contro lo sfruttamento degli animali sia negli allevamenti, che nei circhi. Hanno scelto i Musei Capitolini per un motivo preciso.

La Lupa Capitolina non è solo uno dei simboli di Roma (cioè una delle città più importanti al mondo), ma è anche la metafora perfetta della fiaba che ci raccontiamo da generazioni, ovvero che gli animali non umani sono felici di produrre latte per noi umani, quando in realtà l’industria casearia (e la zootecnia in generale) li sfrutta e li uccide

scrivono ancora.

La Statua Equestre di Marco Aurelio, d’altro canto, rappresenta proprio la cosiddetta superiorità che pensiamo di avere come specie nei confronti delle altre. L’imperatore Marco Aurelio, emblema del potere, letteralmente cavalca un cavallo per affermare il suo dominio e lo utilizza a suo piacimento per i suoi scopi. La situazione, a distanza di secoli, non è cambiata: basta constatare come i cavalli (e tutti gli altri animali) vengano abusati per l’intrattenimento nei circhi o per le carrozze, per l’equitazione, per la cosmesi, per la moda e per l’alimentazione. Delle ragnatele non rovinano l’opera, ma riportano all’attenzione quanto come umanità abbiamo bisogno di cambiare e lasciare nella polvere la storia della violenza che commettiamo sugli animali.

Infine, la richiesta al Governo e la promessa di nuove proteste:

Chiediamo al governo di smetterla di sussidiarie con contributi pubblici gli allevamenti e di attuare la legge n.106/2022 per vietare i circhi con animali in Italia. La realtà è una sola: non esistono allevamenti sostenibili ed etici, uccidere e sfruttare qualcuno che vuole vivere ed essere libero non può essere considerato tale. Per questo continueremo a lottare fino a quando tutte le gabbie saranno vuote.

La protesta in piazza del Popolo

Lo scorso 1 febbraio gli attivisti avevano già protestato in piazza del Popolo, imbrattando la Fontana dei due Leoni e mostrando lo striscione:

Basta animali nei circhi

Questa nuova azione si inserisce nell’ambito della Campagna Kimba, una campagna di disobbedienza civile ispirata al leone Kimba, scappato dal circo lo scorso 11 novembre a Ladispoli, sul litorale romano.