La raccolta iniziale di fondi per poter dare gambe ai progetti in fase di debutto, è fondamentale. In tal modo, infatti, gli sviluppatori possono portare avanti il lavoro soltanto abbozzato nel white paper e rendere realtà la teoria.
Tra i modi più innovativi di riuscire a raccogliere finanziamenti, nel corso degli ultimi mesi si è andato affermando anche l’Initial Stake Pool Offering (ISPO). Si tratta di una strategia emersa per la prima volta nell’ecosistema di Cardano, noto per la sua implementazione della tecnologia Proof of Stake (PoS).
ISPO: di cosa si tratta?
Per ISPO si intende l’innovativo modello per raccogliere fondi che fa leva su una staking pool, nella blockchain di Cardano. All’atto pratico, le aziende che intendono usare questo modo per raccogliere finanziamenti da destinare ai propri piani di sviluppo, possono dare vita a staking pool cui spetta il compito di raccogliere i token ADA.
Chi partecipa a questa operazione, puntando i propri token, viene premiato con un quantitativo di coin del progetto in fase di lancio, naturalmente proporzionale a quanto depositato. Un meccanismo, quindi, affine per alcuni versi alle altre offerte iniziali esistenti, ma diverso per altri, a partire dallo strumento utilizzato, ovvero le staking pool.
Il modello ISPO è stato lanciato dal team SundaeSwap, nel corso dell’aprile 2021. Alcuni mesi dopo, a dicembre, è stato quindi MELD, il primo protocollo bancario non custodial operante in ambito DeFi, ad utilizzarlo per la raccolta di finanziamenti.
Con il trascorrere del tempo, le ISPO hanno raccolto sempre maggiori consensi. A favorirli il fatto che si tratta di un modello in grado di assicurare molti vantaggi. Tra quelli più evidenti il fatto di andare a premiare gli sviluppatori, riuscendo al tempo stesso a garantire sicurezza e liquidità dei fondi interessati.
Cosa sono le staking pool?
Per comprendere meglio il funzionamento delle ISPO occorre naturalmente partire dalla comprensione delle staking pool. Ovvero di quei fondi che fanno leva sul meccanismo di consenso Proof-of-Stake (PoS). Contrariamente a quanto avviene nel Proof-of-Work (PoW), in cui è necessario risolvere complessi problemi matematici, in questo caso la sicurezza della blockchain è garantita dai validatori. A loro spetta la verifica delle transazioni e la generazione dei nuovi blocchi da aggiungere alla catena.
Per poter partecipare a questa attività e averne i ritorni economici ad essa collegati, i validatori devono mettere in staking i propri token. Nel caso di Cardano, a essere messo in staking è il token di servizio ADA.
Le Initial Staking Pool Offering sfruttano proprio questa necessità di Cardano, proponendo ricompense a chi partecipa ad una staking pool tesa a sostenere il lancio di un nuovo protocollo. Un metodo quindi estremamente innovativo di cercare fondi in grado di sostenere lo sviluppo delle startup, il quale sembra destinato a consolidarsi nell’immediato futuro.
Quali sono i vantaggi delle ISPO?
Prima di partecipare ad una Initial Staking Pool Offering, è naturalmente consigliabile cercare di capire al meglio di cosa si tratti. E, soprattutto, capire quali sono i vantaggi che questa soluzione può garantire a chi decida di parteciparvi.
Il beneficio più rilevante è proprio quello rappresentato dal fatto che si tratta di staking. In pratica chi detiene ADA può decidere di impegnare i propri token nel sostegno ad un protocollo di cui si sono notate grandi potenzialità.
Occorre sottolineare che i partecipanti ad una ISPO sono assolutamente liberi di ritirare i propri ADA in ogni momento ritengano utile farlo. Nella fase di staking, peraltro, mantengono il pieno controllo sui propri beni, non rischiando di conseguenza nulla.
Considerato come molti investitori siano alla ricerca di soluzioni in grado di garantire buoni rendimenti e una rendita passiva, impegnarsi in una di queste staking pool può quindi rappresentare una buona opportunità. Tale da prefigurare una crescita del numero di Initial Staking Pool Offering nell’immediato futuro.