Potrebbe appartenere ad Alessandra Ollari il cadavere rinvenuto in via Sidoli, a Parma, lo scorso 2 febbraio. La donna, di 53 anni, risulta scomparsa dal 29 giugno 2023: ecco chi è e perché, secondo gli inquirenti, potrebbe essere stata uccisa.

Chi è Alessandra Ollari e perché potrebbe essere suo il cadavere rinvenuto in via Sidoli a Parma

Il ritrovamento del corpo in via Sidoli, a Parma, risale al 2 febbraio scorso. A dare l’allarme era stato un passante che, camminando con il suo cane, si era imbattuto nei resti tra le erbacce. Per la conferma dell’identità si attende l’esito del Dna, ma sono in molti a credere che possa appartenere ad Alessandra Ollari, scomparsa da oltre 7 mesi.

Insieme al compagno Ermete Piroli, che il 29 giugno scorso ne aveva denunciato la scomparsa, la 53enne viveva, infatti, in un’abitazione situata a soli due chilometri di distanza da lì. “Quando ho letto la notizia ho pensato subito a lei”, ha dichiarato la donna che lavora come parrucchiera in un locale di proprietà di Ollari a Calestano, suo paese d’origine, secondo cui la 53enne sarebbe sparita ben prima della denuncia del convivente.

L’ho sentita l’ultima volta a maggio 2022 – ha raccontato alla trasmissione televisiva ‘Chi l’ha visto?’ -, poi l’ho contattata a giugno, ma non ha più risposto né ai messaggi né alle telefonate.

Piroli sostiene che stesse attraversando un periodo difficile e che avesse semplicemente deciso di isolarsi. Il sospetto di molti è che stia nascondendo la verità e che possa essere direttamente coinvolto nella sua sparizione. Dopo aver aperto un fascicolo per allontanamento volontario, lo scorso ottobre la Procura ha iniziato ad indagare per omicidio. Nessun nome, però, è stato iscritto nel registro degli indagati.

I sospetti su Ermete Piroli, compagno della 53enne

Stando alla versione dei fatti del compagno, il 29 giugno 2023 Alessandra sarebbe scomparsa nel nulla dopo essere uscita di casa per fare la spesa e aver lasciato sul tavolo della cucina il suo telefono cellulare. Nessuno, però, l’avrebbe vista.

E non solo quel giorno. Ascoltata dai giornalisti, la cugina – che dopo la morte della madre nel 2012 la sentiva solo saltuariamente – aveva raccontato che, dopo essere venuta a conoscenza della sua scomparsa, insieme a dei familiari si era recata a Parma per capire cosa fosse successo e aveva mostrato la sua foto in giro, non ricevendo alcun feedback.

“Nessuno l’aveva vista, nessuno addirittura sembrava conoscerla”, aveva detto, facendo nascere il sospetto che Piroli – che la famiglia non aveva mai conosciuto – in qualche modo la controllasse, approfittando delle sue fragilità. Non sarebbe stata la prima volta.

Sembra, infatti, che l’uomo, in passato ricoverato presso l’Ospedale psichiatrico di Parma, sia stato condannato a tre anni per aver abusato di una 14enne mentre lavorava come autista per un’associazione di volontariato che si occupa di ragazzi disabili. Una ragazza di nome Melania, affetta da dismorfofobia, ha scritto alla trasmissione televisiva Chi l’ha visto? definendolo “un predatore di donne affette da patologie psichiatriche“, sostenendo di essere stata vittima delle sue avances in prima persona.

Ci si chiede se non sia possibile che abbia fatto del male alla compagna, che dopo averlo conosciuto si era sempre più chiusa nella sua riservatezza, rompendo tutti i legami con le persone che le volevano bene. Ci si chiede se non sia lui l’artefice della sua scomparsa e se quest’ultima non sia avvenuta prima della denuncia ufficiale. Saranno le indagini a chiarirlo, soprattutto se il cadavere ritrovato a Parma, in evidente stato di decomposizione, dovesse appartanere davvero ad Alessandra.