Dopo quasi dodici ore di interrogatorio ha confessato l’omicidio della madre Santina Delai, trovata morta nella sua abitazione di Puegnano del Garda, in provincia di Brescia, nella giornata di ieri, 7 febbraio: ecco chi è Mauro Pedrotti. Cinquantaquattro anni, vive con la moglie e la figlia a pochi passi dall’anziana. Agli inquirenti avrebbe detto di “non poterne più”.

Chi è Mauro Pedrotti, reo confesso dell’omicidio di Santina Delai

Era stato lo stesso Pedrotti a dare l’allarme, permettendo il ritrovamento del corpo della madre 78enne nella villetta in cui viveva a Puegnano del Garda, in provincia di Brescia. Una volta raggiunto il luogo di lavoro, l’uomo, operaio in un’azienda di lavori stradali di Manerba, si era infatti messo in contatto con la moglie, spiegandole di non essere riuscito a contattare la madre e chiedendole di andare a controllare se stesse bene.

Al suo arrivo la donna aveva trovato il suo corpo senza vita nel corridoio, con uno strofinaccio stretto attorno al collo. La casa era a soqquadro. Per questo gli investigatori intervenuti dopo la sua segnalazione avevano subito pensato a una rapina finita male. Non c’erano, però, segni di effrazione.

E sembrava strano che qualcuno avesse deciso di commettere un furto all’alba, nell’unica abitazione con le luci accese della via, perlopiù ai danni di un’anziana vedova, che viveva della sola pensione di reversibilità del marito – morto cinque anni prima – e che probabilmente non disponeva, quindi, di gioielli e denaro in quantità.

Poi un vicino di casa aveva raccontato di aver sentito degli strani rumori provenire dalla casa della 78enne e di aver visto passare il figlio per strada poco dopo. Pedrotti gli aveva detto che era semplicemente caduto qualcosa, liquidandolo. Interrogato per oltre dodici ore, nella caserma di Salò e poi in piazza Tebaldo, a Brescia, alla fine ha confessato di averla uccisa e di aver tentato di depistare le indagini.

Non ne potevo più, vivere vicini era diventato impossibile,

avrebbe detto agli inquirenti che poi lo hanno fermato e portato in carcere a Brescia.

Il precedente di Sirmione, sempre sul Garda

L’omicidio di Santina Delai segue di qualche mese quello, simile, di Nerina Fontana, la 72enne uccisa dal figlio Ruben Andreoli, di 45 anni, a Sirmione, sempre sul lago di Garda. I fatti risalgono al 15 settembre scorso. A dare l’allarme erano stati alcuni vicini di casa della donna, che al 112 avevano riferito di aver visto il figlio colpirla con calci e pugni sul balcone dell’abitazione in cui vivevano insieme alla moglie di lui, nel quartiere Todeschino.

Quando i soccorsi erano arrivati avevano trovato il corpo dell’anziana in un bagno di sangue: Nerina era morta poco dopo il ricovero. Il figlio era stato invece tratto in arresto e dopo due interrogatori aveva deciso di raccontare la sua versione dei fatti, spiegando di essersi scagliato contro la madre al culmine di una lite scoppiata perché lei, rimasta vedova, non accettava la sua volontà di lasciare l’Italia per raggiungere il paese natio della moglie, in Ucraina.

Non si tratta degli unici casi di parricidio saliti alla ribalta delle cronache negli ultimi tempi. Si pensi a quello, più famoso, che ha coinvolto Benno Neumair, reo confesso dell’omicidio dei genitori Peter e Laura a Bolzano. Anche in quel caso la convivenza si era fatta complicata: il 31enne, affetto da disturbi psichici, aveva infatti rifiutato di sottoporsi a delle cure, preoccupando i genitori, che si aspettavano che finalmente cambiasse, prendendo in mano le redini della sua vita.

Dopo averli colti di sorpresa lui li aveva strangolati, gettandone i corpi nelle acque del fiume Adige e tentando di depistare le indagini. Sia in primo che in secondo grado è stato condannato all’ergastolo.