Mentre si discute ancora su come e se le proteste degli agricoltori coinvolgeranno il festival di Sanremo, le loro istanze e le loro richieste sono argomento di discussione fra i partiti al governo e d’opposizione.

Se Tommaso Foti di Fratelli d’Italia rivendica la vicinanza del governo alla categoria agroalimentare, Matteo Richetti di Azione allarga il discorso pensando alle difficoltà che la transizione ecologica ed energetica affronterà se non saranno presi i giusti correttivi in settori inquinanti come quello agricolo o dell’allevamento.

Proteste agricoltori, Foti (FdI): “Il Green Deal europeo ha preso di mira l’agricoltura”

Chi si trova in questo momento al governo da giorni indica che le proteste degli agricoltori derivano da una situazione di forte stress e difficoltà. In realtà anche all’opposizione si dice che il settore agroalimentare soffre di alcune problematiche, ma sono i partiti di centrodestra ad unire la protesta con posizioni scettiche sulla transizione ecologica.

Tommaso Foti (capogruppo alla Camera) rivendica il lavoro di Fratelli d’Italia ha realizzato in UE, tanto da portare von der Leyen a “correggere” alcune politiche contestate (come i pesticidi nella coltivazione):

“Noi continuiamo a ritenere che si debba avvertire quella che è una protesta che riguarda non solo coloro i quali vanno sui trattori ma più vastamente il mondo agricolo: è indubbio che il Green Deal europeo ha preso di mira l’agricoltura in modo troppo deciso. Debbo rilevare che von der Leyen nei giorni scorsi con molta onestà ha indicato un’inversione di tendenza molto forte che passa attraverso due passaggi: la sospensione del regolamento sull’utilizzo dei fitofarmaci e la sospensione del 4% dei terreni incolti: è la dimostrazione che la Pac ha una finalità positiva”.

A chi dice che il governo di centrodestra si sia interessato solo adesso alle istanze degli agricoltori, Foti ribatte che da sempre Fratelli d’Italia (con Lega e Forza Italia) cerca di aiutare concretamente il loro lavoro. Un esempio sono le altre agevolazioni che si aggiungeranno a quelle che già presenti per il mondo agricolo:

“Non c’è da intestarsi assolutamente niente: il mondo del centrodestra è sempre stato vicino agli agricoltori. Lo attestano le politiche che sono state fatte: in questa legge di bilancio sono stati riservati 800 milioni di euro per quanto riguarda il ricambio delle macchine agricole, è stato destinato un miliardo di euro per quanto riguarda le agevolazioni al gasolio che in Francia e in Germania non è stata assunta. Aggiungo anche il PNRR, da 5 a 8 miliardi, che è frutto della rinegoziazione che il governo Meloni ha fatto in l’Unione Europea: chi nega questo nega il vero! Regalo alla Monsanto? Chi vuol fare morire l’agricoltura può sostenere questa tesi”.

Proteste agricoltori, Richetti (Azione): “I margini di profitto del settore sono troppo bassi”

Matteo Richetti di Azione pone l’accento sul fatto che gli agricoltori soffrono molto a livello economico, perché le richieste del Green Deal rischiano di caricare di ulteriori costi il mondo agricolo. Ciò che sta facendo il governo per Richetti è solo una cura palliativa, perché restano le difficoltà di fondo legate alla concorrenza della grande distribuzione e al sistema di tasse italiane:

“Gli agricoltori stanno ponendo questioni che riguardano le condizioni di lavoro di quel settore, con sempre minori margini di profitto a fronte del fatto che gli arriva sentore di una normativa che dice che il trattore deve essere elettrico, la modalità di produzione senza pesticidi ti costa di più e dovrai fare investimenti: con quali soldi, se è esposto con le banche? E’ inutile buttarla sull’ideologia e non si risolverà nemmeno reintroducendo l’esenzione Irpef: se un settore ha minori margini di guadagno, ci paga meno tasse“.

La concorrenza sleale non viene solo dai grandi supermercati, ma anche da paesi che non sono sottoposti (o vogliono seguire) le proposte che mirano ad una maggiore sostenibilità ecologica ed economica. Creare regole valevoli solo per l’UE è, per Richetti, un rischio:

“Nel momento in cui tu impedisci l’utilizzo dei pesticidi converti la produzione, vuoi dire che tu produci in maniera più biologica e la stima che viene fatta è una capacità produttiva minore del 10%. All’Europa dicono: il Green Deal, la rotazione del 4% dei terreni e la cosa sui pesticidi riducono la mia capacità di produzione, ma è lo stesso problema della produzione della ceramica quando gli imponi di mettere i depuratori e i filtri… Cosa ti dicono? Io devo spendere di più per produrre la piastrella, mentre in India e in Turchia, in Cina nessuno gli fa montare le cose che fanno tutelare l’ambiente e il lavoro. Ma è sbagliato tutelare l’ambiente e il lavoro o sono necessarie regole globali che fanno produrre a tutti in maniera meno inquinante?”.