Con l’approssimarsi del quarto halving di Bitcoin, è naturalmente ricominciata la giostra delle previsioni sul prezzo dell’icona crypto. Tra quelle che hanno destato maggior interesse, occorre ricordare l’opinione espressa da Scott Melker, secondo il quale BTC si attesterà a quota 240mila dollari. A renderla interessante è il fatto di essere stata formulata da quello che è indicato nell’ambiente del trading come il “lupo di Wall Street”.
Bitcoin, la previsione di Scott Melker
Bitcoin preso a 240mila dollari: questa la previsione di Scott Melker che ha fatto drizzare, ove ce ne fosse bisogno, le antenne di un gran numero di investitori. Si tratta infatti di uno dei più noti trader di criptovalute in attività, un personaggio le cui previsioni non sono formulate a caso e, soprattutto, non possono essere ignorate.
A spingerlo alla formulazione di questa previsione è naturalmente l’ormai prossimo quarto halving della creazione di Satoshi Nakamoto. Un evento destinato a contrassegnare l’anno nel settore e, qualora si rivelassero realistiche le cifre che hanno iniziato a girare da tempo, a riportarlo clamorosamente all’attenzione dell’opinione pubblica.
Se può sembrare esagerata la stima di Melker, infatti, in realtà anche in queste ore stanno affluendo predizioni che vanno ben oltre i 240mila dollari da questi indicati. Proviamo a elencarne alcune.
BTC: le altre previsioni che fanno sognare
Una prima stima che non si discosta molto da quella di Melker, pur oltrepassandola, è quella formulata da Charles Edwards, fondatore di Capriole Investments, fondo quantitativo su Bitcoin e asset digitali. È stato proprio lui ad affermare che entro il 2025 ogni singolo BTC potrebbe valere 250mila dollari.
Il suo parere è stato espresso in un intervento postato su X, l’ex Twitter e si spinge anche oltre, nel lungo termine: “Se i rendimenti di Bitcoin dopo il dimezzamento dovessero essere analoghi a quelli del 2020, l’anno prossimo potremmo trovarci di fronte a 280.000 dollari per Bitcoin”.
Se il ragionamento di Edwards riguarda il 2025 e gli anni successivi, sulla possibile evoluzione del prezzo di Bitcoin si è invece espresso un altro noto trader, Alan Tardigrade. Il suo parere è che entro la fine dell’anno in corso, la quotazione si attesterà a non meno di 130mila dollari.
Halving di Bitcoin: cos’è e perché influisce sul prezzo
Per halving di Bitcoin si intende il dimezzamento delle ricompense che spettano ai minatori, per l’estrazione dei blocchi. Si tratta di un evento che ha luogo al raggiungimento di un determinato blocco, ideato proprio per dare al token un aspetto deflazionistico.
In pratica, ogni 210mila blocchi i minatori vedono dimezzarsi il guadagno derivante dal proprio lavoro di supporto alla blockchain. La ratio di questa politica è facilmente intuibile: ad ogni halving i minatori che guadagnano di meno vengono in pratica tagliati fuori. Diminuendo il loro numero, diminuisce anche l’offerta di Bitcoin.
Al tempo stesso, però, proprio il calo dell’offerta di nuovi coin si dovrebbe tradurre in un aumento del prezzo di riferimento. In tal modo l’attività di estrazione dei blocchi continuerà ad essere conveniente per i miners rimasti, impedendo un eccesso di abbandoni nel settore.
Il meccanismo in questione prevede altri sessanta eventi, sino al 2140, anno in cui è prevista l’estrazione dell’ultimo esemplare di BTC. Da quel momento, non ci saranno più premi di blocco, ma soltanto relativi alle commissioni di transazione.
In effetti, il modello ideato da Satoshi Nakamoto ha sin qui retto alla prova dei fatti. Ad ogni halving ha infatti fatto seguito l’esplosione del prezzo di Bitcoin. Un trend il quale ha abbondantemente compensato i minatori e gli investitori.
Proprio per questo motivo ogni volta che si approssima un halving, l’interesse dell’opinione pubblica si acuisce. Con una pratica conseguenza: il fervore delle discussioni su BTC si tramuta in una campagna pubblicitaria a costo zero per l’intero settore dell’innovazione finanziaria. Una campagna la quale si sta rinnovando in queste settimane.