Proseguono le indagini sul caso di Liliana Resinovich, la pensionata 63enne scomparsa e poi trovata morta a Trieste tra il 2021 e il 2022. A pochi giorni dalla riesumazione del suo cadavere per una nuova autopsia, ad occuparsene è stata la trasmissione televisiva Chi l’ha visto?, che ha posto l’attenzione sugli elementi che non tornerebbero nella ricostruzione fatta dagli inquirenti della giornata in cui Lilly fece perdere le sue tracce.

Cosa è successo a Liliana Resinovich? La ricostruzione di “Chi l’ha visto?”

I fatti risalgono al 14 dicembre 2021. Stando alla ricostruzione “ufficiale”, Liliana Resinovich sarebbe uscita dall’abitazione in cui viveva insieme al marito Sebastiano Visintin, situtata al civico 2 di via Verrocchio, nel rione San Giovanni, per poi avviarsi verso via Damiano Chiesa, dove le telecamere di un commissariato di polizia la immortalarono verso le 8.43, e via San Cilino, dove fu avvistata davanti a un negozio di frutta.

Poi avrebbe raggiunto via del Donatello, sparendo a pochi passi dal varco che porta al boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni, dove il 5 gennaio del 2022 fu ritrovata senza vita. Una ricostruzione messa in dubbio dalla tramissione televisiva Chi l’ha visto?, che ieri, 7 febbraio, tornando su un video che immortala la vicina di casa sullo stesso tragitto compiuto da Liliana, ha avanzato l’ipotesi che la 63enne sia sparita subito aver gettato i sacchetti dell’immondizia che aveva portato con sé da casa e aver incrociato la fruttivendola.

Gabriella, la sua amica, sarebbe uscita, infatti, appena un minuto e cinquanta dopo, a passo più sostenuto: se Lilly si fosse trovata ancora su quella strada l’avrebbe raggiunta; se si fosse fermata a parlare con qualcuno, l’avrebbe notata, visto che la strada è stretta. La supposizione è che, a differenza di quanto sostenuto dall’autorità giudiziaria, la donna che attraversava piazzale Gioberti catturata in un video attorno alle 8.50 non fosse Liliana e che lei sia invece salita in auto con qualcuno, volontariamente o non, molto prima.

I dubbi sulla versione del marito Sebastiano

Poi i riflettori si sono spostati sul marito della donna, Sebastiano, che al capo della Procura di Trieste Antonio De Nicolo a un anno dai fatti avrebbe raccontato una versione diversa rispetto a quella che fornì pochi giorni dopo la scomparsa di Liliana a un inviato di Chi l’ha visto?.

Mi sono preoccupato quando Gabriella ha insistito tanto perché denunciassi la scomparsa di Liliana, altrimenti difficilmente sarei venuto quel giorno,

le sue parole, mandate in onda dalla trasmissione. Davanti al procuratore, Visintin ammette, in pratica, di non aver nutrito alcun timore quando, rientrando, non aveva trovato la moglie in casa, nonostante i suoi telefoni fossero lì. Intervistato poco dopo il 14 dicembre 2021 aveva riferito, però, di aver subito notato i cellulari e di essersi preoccupato, perché Liliana, essendo precisa, non li avrebbe mai dimenticati.

Nella denuncia Sebastiano dice che era molto preoccupato alle 16. Per altro alle 14.56 aveva sentito per 11 secondi Sterpin (proprio da uno dei telefoni della moglie, ndr). È lo stesso numero che bloccherà prima di andare a fare la denuncia, sottraendo la possibilità all’autorità di controllarlo subito,

ha spiegato, ospite in studio, l’avvocato Nicodemo Gentile, che assiste il fratello della vittima, Sergio Resinovich. Da sempre il legale nutre dei dubbi su Visintin e su Claudio Sterpin, l’amico-amante di Liliana, mettendo in evidenza come, nel corso del tempo, si siano più volte contraddetti. In effetti, fin dall’inizio della vicenda, non hanno fatto altro che additarsi l’un l’altro.

Verso la riesumazione del cadavere

Per cercare di rispondere ad alcuni degli interrogativi rimasti aperti sulla morte della 63enne il prossimo 14 febbraio il suo cadavere sarà riesumato per una nuova autopsia. Si cercherà di collocare temporalmente il decesso e di chiarire una volta per tutte se Liliana si sia suicidata – come ha sempre sostenuto la Procura – oppure se, come pensano i familiari, che si erano opposti alla richiesta di archiviazione incontrando il favore del gip Luigi Dainotti, sia stata uccisa.